“Seminari di Educazione alla Legalità” per le scuole, la storia

CALTANISSETTA – L’idea di tenere nelle scuole dei seminari sulla legalità, nasce a Palermo nella primavera del 1978 dentro la facoltà di Giurisprudenza.

Venne organizzato dal Collettivo degli studenti, di cui faceva parte l’Avvocato Salvatore Pecoraro, un ciclo di Seminari che aveva come tema centrale “Il ruolo dell’operatore giuridico nella lotta alla mafia”. E’ stato chiaramente un “azzardo”, dettato più dall’incoscienza che dalla consapevolezza di operare in antimafia nella capitale mondiale della mafia.

Il primo seminario venne tenuto dal Professore Giovanni Scaglione, docente di procedura penale e figlio del giudice Scaglione, ucciso  dalla mafia qualche anno prima.

Fu un vero successo e vi parteciparono una cinquantina di studenti.

Poi seguirono gli altri seminari, tenuti da giudici (tra i quali Di Lello, Cerami e Conte, che sarebbero  diventati poco tempo dopo il nucleo centrale del pool antimafia di Antonino Caponnetto e Giovanni Falcone), professori Universitari (tra cui il prof. Giovanni Tranchina,  il prof. Antonio Palazzo e il prof. Pino Arlacchi) e studiosi del calibro di  Umberto Santino, del Centro di Documentazione Peppino Impastato, il militante di Democrazia Proletaria ucciso proprio in quel periodo dalla mafia di  Cinisi di Tano Badalamenti.

Insomma quella fu una bellissima iniziativa che venne seguita con molto interesse e assiduità da una trentina di studenti sino alla fine.

Ma il risultato più interessante e di sicura utilità generale, che ha avuto quel ciclo di  Seminari è stato quello di avere appreso, alcuni anni dopo, che una delle studentesse che frequentarono con interesse il corso e che era figlia di un noto imprenditore mafioso di Villabate ( cioè una ragazza che era vissuta in una famiglia ed in un ambiente intriso di mafiosità  e sub-cultura mafiosa), dopo la laurea se n’è andata nel Nord Italia, scegliendo di vivere lontano dalla sua famiglia e dalle dimensioni mafiose del suo gruppo d’origine. In pratica, anche se non si è rivoltata apertamente contro i suoi famigliari, quanto meno, se n’è  dissociata, andando a vivere e lavorare altrove, scegliendo così anche di educare i suoi figli in modo civile, lontano dai parenti mafiosi che avrebbero potuto influenzarli.

E questo è stato un risultato veramente straordinario!

Memore di ciò, dal 2008 nella Provincia di Caltanissetta l’Avv. Salvatore Pecoraro insieme al Provveditore agli Studi Dr. Antonio Gruttadauria, organizza dei Seminari di Educazione alla Legalità per i ragazzi delle scuole medie. In particolare il primo anno scolastico sono stati rivolti agli studenti delle quarte classi degli Istituti superiori di tutta la provincia. Il secondo anno sono stati rivolti a tutti gli studenti delle scuole medie superiori della provincia, mentre il terzo anno i Seminari sono stati organizzati a beneficio dei ragazzi delle scuole medie inferiori. Perchè oggi è opportuno che nelle scuole si debba parlare di legalità, molto più di quanto non sia stato già fatto.

Formare nei giovani delle coscienze antimafia è condizione necessaria ed indispensabile per debellare in futuro e definitivamente la criminalità organizzata, quale Cosa Nostra, la Camorra, la ‘ndrangheta o tutte le mafie esistenti, comunque denominate.

Quello che si vuole cercare di trasmettere agli studenti sono i concetti di Legalità e di Volontariato. Un binomio inusuale. Due valori che, però dovrebbero necessariamente camminare insieme, anzi, convergere l’uno verso l’altro e fondersi come la mano destra che si stringe alla mano sinistra, nella consapevolezza di essere parte di uno stesso corpo il cui scopo principale è quello dello “star bene”.

Così, legalità e volontariato solidarietà, umanità e rispetto sono concetti che bisogna esaltare e cercare di trasmettere a tutti. “Non c’è percorso personale senza percorso collettivo…” diceva Benedetto Croce, così non si può pensare di lasciare alla sensibilità individuale dei singoli genitori l’educazione alla legalità, al vivere civile, al rispetto del prossimo. Come non serve a nulla portare all’attenzione dei giovani modelli positivi di vita se ciò non è accompagnato dall’esempio di noi adulti cioè dall’esercizio quotidiano nell’utilizzo dei valori che intendiamo trasmettere.

Ed è proprio questa la cultura che bisogna trasmettere per combattere, una volta per tutte, la sub-cultura mafiosa.

Oggi la criminalità organizzata è diventata “borghesia mafiosa”, per usare un termine caro ad Umberto  Santino.

L’ottica “del profitto a tutti i costi” è entrata a far parte del patrimonio culturale dei mafiosi. Il capitale mafioso,  provento delle più disparate attività illecite, viene  accumulato e poi riciclato (ed utilizzato anche  per attività imprenditoriali lecite)  per essere successivamente  investito nel mondo dei grandi affari.

Questo vuol dire che la mafia è sempre al passo coi tempi. Ha sempre avuto una grande capacità di mimetizzazione e di adattamento, che gli ha sinora permesso di risorgere e rigenerarsi, anche quando ha preso sonore batoste da parte dello Stato.

Ecco allora che  per realizzare la sconfitta definitiva della mafia bisogna passare attraverso l’educazione alla legalità, al vivere civile, al rispetto delle leggi ed al sano confronto tra le opinioni contrastanti.

Perciò bisogna intervenire nella scuola, per formare e coinvolgere al meglio i cittadini di domani. Perché gli studenti possano farsi veicolo del cambiamento, anche all’interno delle loro famiglie, nelle istituzioni e nei posti di lavoro che andranno ad occupare.

Quindi, ancora una volta è stata formata una “squadra” di tecnici o esperti, composta da   Avvocati,   Magistrati, appartenenti alle  Forze dell’Ordine e Giornalisti, che senza nessun compenso si mettono a girare per le scuole della provincia e a rispondere alle domande degli studenti.

Già nell’anno scolastico 2012-13 e 2015-16 sono stati coinvolti nel progetto anche gli alunni più giovani ai quali è stato distribuito un questionario-breve adatto alle scuole elementari, dove i seminari sono stati tenuti in primavera.

L’auspicio rimane quello di coinvolgere efficacemente anche le famiglie, i genitori degli alunni, che sempre più sovente risultano inadeguati ad affrontare l’educazione dei loro figli, specie in età adolescenziale.

Questo, in sintesi, l’ambizioso progetto, che è partito dall’Istituto Comprensivo Don Milani, e che si è svolto in tre anni scolastici e si è articolato in due momenti. Una parte, è stata rivolta agli alunni delle quarte e quinte classi ed ha previsto, in una prima fase, la somministrazione del questionario-breve (predisposto dalla psicologa dr.ssa Andrea Monia Pecoraro) in modo da preparare i ragazzini a porre, in una fase successiva, le domande agli esperti nell’incontro che si è svolto circa un mese dopo. Questo nel 2014. Nel 2016 oltre agli alunni delle quarte e quinte classi, sono stati coinvolti quelli delle terze.

Quest’anno, infine, il Seminario di Educazione alla Legalità, su richiesta della Dirigente Scolastica Luigina Perricone, è stato rivolto agli studenti delle terze classi della scuola media Filippo Cordova.

Sabato 8 aprile u.s. vi è stato l’incontro degli studenti con il gruppo di “esperti”, i quali prima hanno realizzato uno spettacolo teatrale, un brano de “La Violenza” di Pippo Fava che riproduce un processo penale di mafia, poi hanno risposto alle domande dei ragazzi.

Alla organizzazione del ciclo di Seminari, oltre a Totò Pecoraro, stanno partecipando, i magistrati Gabriele Paci, Davide Spina e C. Pasciuti; gli attori Giorgio Villa, Tony Gangitano e Giovanna Di Mauro; le insegnanti Belinda Castellano e Angela Terrasi; e gli avvocati Giuseppe Giunta, Alfonso Gucciardo e Maria Stella Calabrese.

Adesso si vuole sottoporre il progetto alla Direzione Scolastica Regionale per proporre Il Seminario di Educazione alla Legalità così articolato anche in altre città dell’isola.

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