Zona rossa a Caltanissetta, Confcommercio: a che serve se i cittadini si recano a S. Cataldo?

CALTANISSETTA – «A Caltanissetta la situazione è grave, ma non è seria». Esordisce con un aforisma di Ennio Flaiano il Presidente di Confcommercio Caltanissetta Gero Nicoletti, commentando la zona rossa istituita nella Città di Caltanissetta. «Un’ordinanza asfissiante sta mettendo a dura prova la sopravvivenza delle nostre imprese, ma non sta piegando la curva dei contagi. Non è possibile imputare a bar e negozi di abbigliamento il pericolo dei contagi e poi consentire la circolazione selvaggia all’interno della Città, in entrata o in uscita da essa. La politica non deve essere miope, ma deve trovare le giuste soluzioni per arginare il fenomeno dei contagi, senza però massacrare la categoria dei commercianti». È un appello al buon senso quello lanciato da Gero Nicoletti: «Noi per primi poniamo la salute pubblica al primo posto, ma non possiamo permettere che si adottino provvedimenti tanto violenti quanto inutili; se i numeri del contagio continuano a salire, evidentemente le misure adottate non sono utili a contenere il diffondersi del virus e quindi è necessario agire in maniera incisiva su quelle attività quotidiane che provocano pericolosi assembramenti. Voglio lanciare un appello a quei miei colleghi che, per la conformazione delle loro attività, registrano grandi flussi di clientela: contingentate gli ingressi ed impedite con fermezza che i clienti si accalchino all’interno dei vostri locali. La mancanza di regole provoca l’impennata dei contagi, mette a repentaglio la salute nostra e delle nostre famiglie e determina l’inasprimento delle misure di contenimento. Non capisco perché ci si ostina ad impedire ai negozi di abbigliamento o ai pubblici esercizi di esercitare ogni forma di attività – continua Nicoletti – però si consente una circolazione incontrollata per la Città; si nota che siamo in zona rossa per le saracinesche abbassate, non per il numero delle persone che circolano liberamente per le strade. Occorre circostanziare il territorio per proteggere la Città dagli ingressi e dalle uscite immotivate, attraverso una efficace cintura di posti di blocco nei posti strategici per proteggere e mitigare il flusso di gente potenzialmente portatrice o vittima del virus stesso.

Invece continuiamo a registrare casi sempre più frequenti di persone che si recano nella vicina San Cataldo per potere attingere a quei servizi vietati in Città».

«Abbiamo il dovere di rimanere al fianco delle nostre imprese, farci portavoce del profondo disagio che stanno vivendo e chiedere a gran voce alle istituzioni azioni di intervento che possano consentirci di tornare in una condizione di normalità il prima possibile».

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