Un tuffo nel passato lungo 32 anni per la rimpatriata della classe 5A dell’Istituto Comprensivo Don Milani anno 1985/86

Un tuffo nel passato lungo 32 anni per la rimpatriata della classe 5A dell’Istituto Comprensivo Don Milani anno 1985/86.

A decidere fortemente di ritrovarsi tutti gli allievi e la maestra Anna Trenta Verso, ma non solo, anche il Direttore Scolastico di allora:  Michele Campione.

Abbaleo Laura, Agliata Angelo, Bertolino Angela, Candura Graziella, Casini Teresa, Cipolla Michele, Crimì Stefano, Cusimano Luisa, Dinatale Michele, Distefano Chiara, Favata Marianna, Giallombardo Calogero, Giordano Ivan, Lobue Laura, Lopez Danilo, Messina Silvia, Montana Giuseppe, Saporito Marco, Sardo Francesca, Scarantino Adele, Stella Antonio, Tripisciano Marco, Turco Danilo, Valenza Alessandro.

Tutti hanno da poco superato la quarantina e comunque purtroppo si annovera già una prematura e triste scomparsa, per compensare la quale sono stati invitati alla rimpatriata i genitori dell’allievo Lopez.

Eccellente l’accoglienza della padrona di casa, la Preside Luigina Perricone, che permettendo di realizzare l’iniziativa che le è stata suggerita è stata di fatto la patrocinatrice culturale di un commovente momento amarcord.

Tra cuori baldanzosi e sguardi lacrimosi tutti gli ex bambini della Classe 5 A sono stati ospitati 32 anni dopo proprio nella loro antica classe, dove la Maestra Anna Trenta Verso (alla presenza delle ex colleghe: Bice Stella, Mariella Greco, Luisa Tomasi e Graziella Cipolla –attraverso chiamata in viva voce-) ha chiamato l’appello, guardando i suoi allievi con lo stesso amore e la stessa dedizione di 32 anni fa. Una maestra di ottanta anni ed una memoria di ferro. Oggi quei bambini sono tutti uomini e donne socialmente impegnati ed affermati: commercianti, imprenditori, professori, commercialisti, chirurghi, ristoratori, amministratori, operatori sanitari, ecc. Una tra gli ex allievi Chiara Di Stefano ha anche trovato ispirazione da questa bellissima rimpatriata per leggere ai presenti una simpatica poesia, da lei scritta, che vedeva tutti protagonisti.

Allora non esistevano i social e neanche i telefonini, ma le relazioni sociali erano lo stesso dinamiche e solide, ma soprattutto si aveva la garanzia che esse fossero reali e non virtuali. Questo a dimostrazione che la scuola un tempo era “bella”, faceva le veci di una seconda famiglia, creava un forte senso di appartenenza e di condivisione di valori, di impegno nel servizio a vantaggio della società, un luogo di crescita e di scambio culturale in cui poter trovare il proprio spazio, il proprio scudo protettivo e soprattutto un luogo dove si imparava davvero a spiegare le ali da soli. Oggi tutto ciò viene ancora condiviso dall’attuale Dirigente  che con grande speranza si augura che la scuola di oggi possa ritrovare nuova linfa e proiettarsi in modo versatile verso le sfide che imporrà il futuro.

Tutti i partecipanti all’incontro si sono lasciati con la promessa che sicuramente non trascorreranno altri 30 anni per organizzare la prossima rimpatriata.

 

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