“Sistema Montante”. Ex ufficiale Gdf finisce in carcere, dai domiciliari dava suggerimenti

Molto duro il giudice che ha firmato l’aggravamento della posizione dell’ufficiale Palermo. (AdnKronos) – Le condotte del colonnello Ettore Orfanello, l’ufficiale della Guardia di Finanza che oggi ha lasciato i domiciliari per il carcere per avere intrattenuto rapporti telefonici con l’esterno, “devono essere ritenute indicative di disinvolta spregiudicatezza, pericolosità ed inaffidabilità”, “necessitanti di un inasprimento del presidio cautelare”. Così il Presidente del Tribunale di Caltanissetta Francesco D’Arrigo nell’ordinanza di custodia cautelare che ha riportato l’ufficiale dietro le sbarre come chiesto dal pm Maurizio Bonaccorso. “Emerge nitidamente come, già poco tempo dopo la sottoposizione alla misura cautelare degli arresti domiciliari, l’imputato ha violato il divieto impostogli di comunicare con terzi estranei ai familiari conviventi, mantenendo periodici contatti – da oltre nove mesi – con Giuseppe Rossi, sottufficiale della Guardia di Finanza”, scrive il giudice estensore Santi Bologna. “La violazione dell’ obbligo di comunicare non è stata certo occasionale, nel corso dei mese l’imputato ha proseguito imperterrito a violare la prescrizione contattando non solo Rossi, ma anche altri “amici”, e non solo per parlare di questioni familiari, bensì per discutere di questioni processuali e scelte difensive”. “Ma soprattutto, deve essere sottolineato il tentativo di intervenire ed interferire nell’attività processuale di un diverso procedimento penale – dice il giudice – offrendosi di procurare alla De Luca – testimone di quel procedimento – la lista testi con l’indicazione dei capitoli di prova ed intervenendo “in tempo reale” una volta saputo che l’avvocato De Luca era stata chiamata a rendere interrogatorio davanti alla Procura di Caltanissetta nell’ambito di un’indagine legata al procedimento penale”. “Ancora, dal punto di vista oggettivo, merita di essere evidenziato come Orfanello per gran parte del periodo di restrizione agli arresti domiciliari, ha mantenuto contatti con il mondo esterno sia attraverso canali ordinari (tramite telefono cellulare con utenza intestata ad altri), sia attraverso canali più insidiosi e praticamente impossibili da presidiare (software che sfruttano la connessione dati come Signal e Telegram) e ciò proprio in virtù delle competenze investigative sviluppate quale ufficiale della Guardia di Finanza”, scrive il tribunale. “A fronte di tali elementi e dell’accertata reiterazione sistematica della violazione del divieto di comunicazione impostogli, ritenuti concretamente espressivi della trasgressività e dell’incapacità di autocontrollo dell’imputato, è smentita in concreto la valutazione iniziale di adeguatezza della misura degli arresti domiciliari, fondata sull’affidamento riposto nella capacità di autodisciplina di Orfanello”. Ecco perché è stata sostituita la misura degli arresti domiciliari in atto, con la misura della custodia cautelare in carcere. (Ter/AdnKronos)

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