Refezione scolastica a Caltanissetta, Democrazia e Lavoro CGIL: “Organizzazione del lavoro stressante e al limite del mobbing”

CALTANISSETTA – L’ “Area Programmatica Democrazia e Lavoro CGIL” denuncia la grave ed insostenibile condizione di disagio e di profondo malessere  in cui versa il personale operante nei piccoli centri di refezione scolastica dipendenti dalla ditta ELIOR affidataria del servizio da parte di codesta Amministrazione Comunale.

In particolare nelle Scuole Materne Firrio,  S.Barbera, Faletra, ecc. dove si cucinano da 25 a trenta pasti circa, è utilizzata una sola unità lavorativa, con un orario di lavoro giornaliero di tre ore, che deve espletare tutte le mansioni e sovrintendere a tutte e fasi del servizio. Dall’inserviente alla cuoca, passando per la Responsabile del piano di auto controllo HACCP.

In pratica le dipendenti di che trattasi devono operare alla stregua della famosa  multinazionale  “Amazon” dove i dipendenti svolgono il proprio lavoro quasi di corsa e senza  pause. Con la differenza che, nel caso che ci occupa, non si tratta di merce ma di erogare un delicatissimo sevizio ai bambini  che se non adempiuto esattamente potrebbe avere riverberi negativi dalle ripercussioni incalcolabili.

Un’organizzazione del lavoro di per sé stressante e al limite del “mobbing”;  inammissibile anche sul piano della sicurezza, se consideriamo che la stessa dipendente deve svolgere  tutte le incombenze del servizio  e non avere mai per nessuna ragione un calo fisico o mentale in quanto, operando in solitudine, non  potrebbe, trattandosi di grandi cucine e di un numero rilevanti di pasti, riparare ad eventuali errori.

Non è un caso che nella gestione Comunale negli stessi centri operavano due unità lavorative oltre ad una Segretaria Economa Responsabile. Ma, perfino, nella passata gestione le dipendenti in questione svolgevano un orario di lavoro giornaliero di quattro ore.

Incredibilmente, come sopra evidenziato, nessuno controlla: 1) le quantità e la qualità dei cibi da cucinare,2) la corrispondenza del giorno con la tabella dietetica di riferimento, 3) l’esatta cottura dei cibi.

Tutto è lasciato al buon senso delle dipendenti che, peraltro, pur assumendosi le responsabilità in argomento non di loro competenza, non sono inquadrate neanche come “cuoche” ma come “aiutanti cuoche”  Su questo specifico punto abbiamo interessato il nostro ufficio legale per la relative vertenze.

Se a tutto ciò aggiungiamo che alle lavoratrici in questione a) non è stata riconosciuta l’anzianità pregressa, b) sono  sospese durante le festività c) e che alle stesse sono trattenute obbligatoriamente una quota per servizio mensa anche se non ne usufruiscono, non c’è dubbio siamo in una situazione che ci riporta  nel profondo MEDIO EVO.        

Una condizione lavorativa  mortificante. Una precarizzazione esasperata, un ingiustificabile lavoro a cottimo giornaliero sulla pelle dei lavoratori. 

Alla luce delle superiori considerazioni chiediamo  a codesta Amministrazione di  controllare il rispetto delle norme da parte della ditta affidataria del servizio,  in particolare gli artt. 41 e 42  del capitolato d’oneri e i criteri   che hanno indotto la stessa a comprimere del 25% l’orario di lavoro delle dipendenti, di non riconoscere l’anzianità di servizio  e le motivazioni per cui non è presente giornalmente nei predetti Centri di Refezione  una segretaria economa responsabile. Si resta disponibile ad approfondire le questioni poste.

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