La Strada degli Scrittori. La lettera del sindaco Gianfilippo Bancheri al Presidente della Regione

Di seguito il testo della lettera 

Signor Presidente

Le scrivo spinto da tre motivi legati alla notizia dell’inaugurazione del primo lotto della strada statale 640.

L’evento di ieri ci ha, naturalmente, riempito di gioia. Mi creda glielo dico con tutta sincerità, al netto del fatto che come sindaci non siamo stati invitati a quella che poteva essere una cerimonia simbolicamente significativa e importante per la nostra gente e i nostri territori.

Vengo ora alle questioni che mi hanno spinto a scriverLe. La prima cosa è che dopo otto anni la promessa della nuova strada statale 640 ha preso forma ed oggi un suo tratto è divenuto finalmente realtà. Una bella cosa, che infonde fiducia nelle istituzioni e speranza per il futuro.

Il secondo motivo è che la SS 640 è stata denominata ufficialmente “La Strada degli Scrittori”. Un modo anch’esso nuovo per promuovere e valorizzare i nostri territori.

Queste, Signor Presidente, le cose che ci trovano d’accordo. La cosa che invece ci è dispiaciuta e che ci trova profondamente in disaccordo è un altra.

Lasciamo stare il perchè della decisione che pure abbiamo condiviso. E’ il percome che ci ha lasciati di stucco, basiti, preoccupati.

Vengo al dunque con un aneddoto. Un giorno Vittorio Sgarbi che viaggiava sulla SS 640 vide il cartello stradale che indicava Delia. Ebbe come un lampo. Disse al suo autista di girare e di proseguire in direzione di quel paesino. Cercò il sindaco. Volle vedere la casa natale di Stefano Vilardo e di Luigi Russo. Visitò alcune chiese. Pioveva quel giorno. Ripartì sul tardi quando ormai faceva buio. Disse che la sua inattesa visita la fece in onore di due deliani. Luigi Russo e Stefano Vilardo, ai quali il noto critico si sentiva culturalmente legato.

Ora non sarò io a dire chi sono questi due personaggi. E quale sia la loro importanza nell’ambito del Novecento letterario italiano. Altri lo hanno fatto, con dovizia di particolari.

Glielo dico papale papale, Signor Presidente. Il nostro più grande disappunto è nato perchè i nomi di Russo e Vilardo, non figurano in quel tabellone 6×4. Sta proprio qui il nostro rammarico. La mancanza di spazio non c’entra nulla naturalmente. Di questo ne siamo convinti.

Come spiegare quindi questa dimenticanza. Con una distrazione? O con i criteri di scelta, che pure non conosciamo. Ad ogni modo, il più elementare buon senso direbbe che quei due nomi andavano inseriti. Ed a pieno titolo.

Sulla fama e levatura di Luigi Russo come critico letterario nulla quaestio, credo. E’ stato uno dei critici letterari maggiormente conosciuti e stimati anche all’estero. Ha pure lanciato e decretato il successo letterario del nostro Giovanni Verga, consentendo l’accesso dei suoi libri nelle scuole.

Forse Luigi Russo non è stato uno scrittore in senso stretto? Certo che lo è stato. E che scrittore dicono gli esperti. Forse bisognerebbe ripubblicare i suoi scritti polemici. Lì vi sono descritti, con un linguaggio comune e con fine prosa letteraria, i valori della nostra cultura. Il deliano Russo ha innovato, oltre che nel campo della critica letteraria, anche nel linguaggio che con lui è diventato semplice, leggero, alla portata di tutti e non solo degli studiosi accademici. E bisognerebbe essergli grati perchè ha <<“raccontato” l’avventura intellettuale di tanti scrittori anche siciliani>>.

Di Stefano Vilardo è il caso di chiosare? Lei lo conosce bene. Lo ha perfino invitato a Gela alla presentazione del suo libro, “Uno stupido scherzo” pubblicato da Sellerio. L’amico di sempre di Leonardo Sciascia, vive a Palermo. Nel 1975 è stato inserito nell’Albo d’oro dei siciliani illustri, in una pagina redatta da Andrea Camilleri. Nel 1990 è stato recensito tra i grandi scrittori nella rivista letteraria l’Indice. Ha scritto “Tutti dicono Germania Germania”, la Spoon River siciliana. E’ autore di tre romanzi e di tanti racconti e poesie. Nel 2007 il quotidiano La Repubblica lo inserì tra “I cento nomi dell’anno” nel mondo. La sua casa è ormai meta di fotografi, giornalisti, scrittori, critici letterari, uomini di cultura. Le maggiori testate giornalistiche gli dedicano frequentemente ampio spazio. Vilardo ha sempre amato Delia e la Sicilia. Cantore di minatori e contadini che fuggivano dalla nostra isola per cercare lavoro all’estero, anche lui, ha saputo magistralmente cogliere il dolore e la sofferenza delle nostre genti e raccontarli con un linguaggio comune, semplice, universale.

Lei capisce, Signor Presidente, che la dimenticanza di due nomi come quelli ricordati, che non sono di certo quelli di due attendenti, non rende onore a Delia e ai deliani, che un posto nel mondo se lo sono pure saputo conquistare. Non rende onore ai siciliani e agli italiani. Non rende giustizia al loro genio, alla loro opera.

E, mi creda, non favorisce neppure il lavoro che ogni giorno, con umiltà e impegno portiamo avanti per il bene della nostra comunità, della sua identità e della sua immagine.

Il mio dovere, Signor Presidente, è quello di far rispettare e onorare le origini, le tradizioni culturali, i figli di questa terra già penalizzata da altri accadimenti.

Il mio compito è anche quello di lottare per promuovere lo sviluppo economico del territorio che mi onoro di amministrare.

E’ ovvio che, così com’è, non va. La logica e i fatti vorrebbero infatti che ci fossero anche i nomi di Russo e Vilardo, accanto agli altri, a campeggiare all’inizio della “Strada degli Scrittori”. Un suo gesto potrebbe ovviare a questa lacuna.

Scusi la digressione. Abbiamo sentito il dovere di farla, serenamente anche se con la bocca amara.

La nostra richiesta è chiara. Gli riconosciamo ovviamente il diritto di ignorarla. A noi riconosciamo invece il dovere di farla e il diritto di sperare che la SS 640 non diventi per noi la “Strada degli Scrittori Dimenticati”.

Cordiali saluti

IL SINDACO

Gianfilippo Bancheri

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