Salvatore Calafato lascia i moderati: “Mentre i partiti litigano la città piange”

CALTANISSETTA – Sin dai primi momenti in cui ho deciso di impegnarmi nella vita politica di questa città, l’ho fatto avendo chiaro il concetto di portare nella giunta prima, e nel consiglio comunale poi, i problemi di tutti i miei concittadini. L’espressione “fare politica”, per me è stata, e continua ad essere, sinonimo di concretezza, soluzioni ai problemi e raggiungimento di obiettivi.
Chi mi conosce sa bene quanto questi concetti significhino per me e come queste parole non siano parole vuote. Come non siano marketing elettorale ma punti forti e chiari della mia personalità.
Consapevole delle difficoltà di questo momento storico, ho scelto di impegnarmi in prima persona sapendo bene che avrei sottratto tempo ai miei interessi ed affetti. Un tempo che risulta già scarso per chi, come me, non vive di politica ma del proprio lavoro.
Purtroppo, però, in questi anni ho dovuto tristemente constatare come le mie idee non siano largamente condivise. Laddove il buon senso ed il rispetto per i cittadini imporrebbero di impegnarsi seriamente nel rispondere alle difficoltà, ho assistito, invece, alla più squallida lotta per qualche gettone o per poltrone che appaiono più come una sorta di onorificenza, o vano motivo di vanto, piuttosto che incarichi da ricoprire con tutte le proprie forze nel risolvere i problemi. Chi vuole le poltrone oggi, farebbe meglio a scegliere quelle di casa propria perchè c’è poco da star comodamente seduti in questa città!
Ho dovuto peraltro osservare come, spesso, apparati partitici sovradimensionati e rispondenti più a logiche anacronistiche oltre che (ed è ancor peggio) a logiche lontane da questo Comune, hanno spesso e volentieri costituito un forte vincolo alla spinta di miglioramento. L’idea che i problemi possano trovare migliore risposta lì dove sorgono e vengono vissuti, senza che le decisioni debbano essere calate dall’alto, mi aveva condotto a contribuire a costituire il movimento dei Moderati per Caltanissetta. In quest’ottica, il passaggio naturale, non fosse altro per la comune identità di visione politica, sarebbe stato quello di costruire un’area civica insieme agli altri gruppi civici in consiglio comunale.Tuttavia queste premesse e comunioni d’intenti non sembrano più condivise da tutti coloro che hanno dato vita al progetto dei Moderati per Caltanissetta. Per tali ragioni, io ed altri fondatori (segnatamente Roberta Butera, Luigi Zagarrio e Sergio Schembri) abbiamo deciso di non fare più parte di questo movimento. Sicuri della nostra scelta continueremo a lavorare per il bene di questa città.
La politica non è un mestiere ma l’essenza di essere cittadino. “

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