Precisazioni dal vice segretario dimissionario del PD

Come vice segretario dimissionario del PD della città di Caltanissetta, ritengo opportuno mettere al corrente gli Spettabili organi della stampa nissena, gli iscritti e i simpatizzanti che, pur non essendo stata invitata dal Segretario cittadino a partecipare all’odierna conferenza stampa, l’assenza della stessa è da attribuirsi ad impegni lavorativi improrogabili. Nel rispetto di quel principio fondamentale, che dovrebbe animare le azioni e le scelte politiche di tutti e, sopratutto, di un partito che ha l’onere e l’onore di chiamarsi DEMOCRATICO, intervengo con queste poche righe per evitare di stemperare la mia e la nostra identità politica e a diventare meri esecutori di un partito pigliatutto che non si propone di essere davvero alternativo e attrattivo. Nella giornata di ieri è stata, informalmente prima e formalmente dopo,chiesta la convocazione urgente della direzione del partito. Il segretario oggi presenta il suo esecutivo alla stampa, prim’ancora che al direttivo che lo ha eletto, in assenza della sua parte istituzionale (consiglieri e assessore) poichè impegnati in un importantissimo consiglio comunale sul futuro della città che si celebra nelle medesime ore. Ancora una volta si decide (non nelle sedi deputate) dei nomi che faranno parte di un organismo istituzionale. L’abitudine, ormai incancrenita, di decidere ha di fatto autonomizzato la classe dirigente locale e ciò mina la trasmissione base-vertice e prevede il sistematico oscuramento degli organi collegiali, la direzione nel caso di specie, che statutariamente (art. 8 comma 10), è deputata a svolgere le funzioni di elaborazione e di indirizzo oltre che la gestione operativa e politica all’interno dell’Unione Comunale, e ciò’ in virtù della sua caratteristica elettiva che ne fa organo rappresentativo dell’intero partito nelle diverse componenti e/o anime. La furbizia, nel nostro Paese, è un valore non un disvalore e, mentre si reclama a gran voce il rispetto delle regole (da parte “degli altri”), l’anomia è largamente diffusa. Ho rassegnato le mie dimissioni al Segretario e per sue mani proprio al Direttivo, organismo che mi ha eletta e che, pertanto ha il diritto e dovere non solo di esprimersi sulle stesse ma anche quello di affrontare, in modo collegiale e, dunque, democratico i problemi politici sottesi ad un iniziativa che i molti sanno essere stata assunta con grande amarezza ma con altrettanta determinazione. Avvertivo anche sulla mia pelle la fatica di stare dentro a un partito, naturalmente continuando a stare in quel partito, che però stava andando e va in una direzione non convincente. Il segretario oggi presenta un esecutivo monco di una parte rilevante del PD nisseno, forse è questo il motivo di darne notizia in modo così frettoloso e distratto, e lo fa con la consapevolezza e la volontà di proseguire nel suo cammino solitario, assumendosi la responsabilità di consacrare la frattura definitiva del PD nisseno che, dalle ultime elezioni e dal congresso unitario di cui egli stesso è il frutto, prometteva un futuro lontano dalle divisioni del passato. Sono sempre, per indole, contraria alla volgarità della parola e del pensiero, nei confronti di chi manifesta un opinione diversa. Di insulti dinanzi al pluralismo democratico delle opinioni, è stata flagellata la storia degli ultimi anni del nostro Paese e dunque anche questa volta ne faccio volentieri a meno. Questa vicenda non può essere un problema che riguarda la minoranza di un partito. Non può essere un problema di equilibrio tra minoranza e maggioranza. E’ un problema di incisività rispetto ad un indirizzo programmatico.Ad ogni buon conto, in attesa della chiesta convocazione del direttivo, esprimo la volontà e la determinazione del gruppo a cui appartengo, il Cicolo Faletra e dei suoi due consiglieri (Francesco Dolce e Annalisa Petitto) a continuare a lavorare per la città e per il Partito ed all’interno di questo non lasciando spazi di agevole e comodo arbitrio politico.

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