Non c’è accordo sul rinnovo del contratto, pronti a fermarsi anche i chimici del diretto di Eni

GELA – Non c’è nessuna intesa sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro degli operatori del comparto energia e petrolio. Le parti rimangono decisamente distati e così parte lo stato di agitazione, appena indetto dall’assemblea nazionale dei delegati e delle strutture di Filctem, Femca e Uitec. La “triplice” dei chimici non ci sta ed ha già in programma il blocco degli straordinari e un pacchetto di otto ore di sciopero. Quindi, si potrebbero fermare anche i lavori del diretto locale di Eni. Viene ritenuto “grave ed inaccettabile il comportamento fin qui assunto dalle parti datoriali, al tavolo della trattativa, teso a protrarre ingiustificatamente la conclusione per il rinnovo del contratto del settore, non riconoscendo, in questo, norme condivise, e prassi consolidate, così come previsto dall’Accordo interconfederale del 9 marzo 2018, oltre a disconoscere il modello contrattuale proprio del settore che ne ha contraddistinto il rinnovo precedente”, si legge nella comunicazione finale, redatta al termine dell’assemblea nazionale. “Questo comportamento, risulta ancor più grave alla luce delle recenti dichiarazioni di Confindustria Energia, che vuole di fatto stravolgere i contenuti contrattuali modificando nella sostanza una storia che ha visto in questo settore realizzare importanti traguardi e governare delicati processi di cambiamento organizzativo – si legge ancora – l’attacco prodotto da Confindustria Energia al modello contrattuale, alla definizione delle condizioni economiche e normative, alla distribuzione del salario, conferma un cambiamento di queste Controparti giudicato sostanzialmente inaccettabile. Appare inoltre incomprensibile e ingiustificata la richiesta di procedere ad un’ulteriore verifica economica, relativa al triennio precedente”. L’assemblea ha dato mandato alle segreterie nazionali di “avviare immediatamente le procedure previste dalla legge per la mobilitazione generale dei lavoratori – concludono – sospensione di ogni rapporto negoziale con le imprese; l’attivazione dello stato di agitazione con la sospensione di ogni forma di straordinario e un primo pacchetto di 8 ore di sciopero che verranno articolate con comunicazione successiva”.

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