Nonostante i dati definitivi diffusi oggi dall’ISTAT confermino un rallentamento dell’inflazione al +1,6% su base annua nel mese di maggio, il Codacons lancia l’allarme su un fenomeno che rischia di compromettere l’accesso alle vacanze per milioni di italiani: l’esplosione dei prezzi nei settori chiave del turismo.
A maggio i voli nazionali sono aumentati del +30,8%, le tariffe dei traghetti del +9,7%, i pacchetti vacanza del +7,2%, le strutture ricettive del +5,8% e i servizi ricreativi e sportivi dell’8,3%. In termini reali, questi rincari rappresentano una forma di inflazione settoriale che colpisce in modo selettivo ma profondo le fasce sociali più fragili, producendo effetti redistributivi regressivi e accrescendo le disuguaglianze.
“Quello che sta accadendo non è più compatibile con un’economia orientata alla coesione sociale – spiega il prof. Francesco Tanasi, Segretario Nazionale Codacons –. Di fatto, le ferie stanno diventando un bene di lusso, accessibile solo a chi ha risorse economiche elevate. È un chiaro segnale di frattura tra dinamiche di mercato e diritti costituzionali: il diritto al riposo, al tempo libero e al benessere è garantito dall’art. 36 della Costituzione, ma viene svuotato di significato se il cittadino è costretto a rinunciarvi per ragioni economiche.”
Tanasi evidenzia anche il rischio di una distorsione concorrenziale nel mercato dei trasporti e dell’ospitalità: “Il Codacons chiede al Governo e alle Autorità di regolazione di accertare se esistano fenomeni di concentrazione, intese di cartello o manovre speculative che alterano il libero mercato e impediscono una sana concorrenza a beneficio del consumatore.”
Secondo l’associazione, l’aumento dei prezzi in prossimità dell’estate non è giustificato da un’effettiva crescita dei costi di produzione, ma appare in molti casi frutto di una strategia di massimizzazione del profitto a danno dei consumatori.
“Serve un intervento strutturale – prosegue Tanasi – non bastano misure spot. Bisogna introdurre strumenti di sorveglianza pubblica e trasparenza tariffaria, sostenere la concorrenza reale nel settore turistico e valutare politiche di detrazione fiscale per le spese turistiche delle famiglie a basso reddito. Lasciare le vacanze in mano alle sole logiche di mercato, oggi, significa abdicare a un presidio di civiltà e benessere collettivo.” – conclude il Segretario Tanasi.
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