Unità Siciliana LE API: Chi andrà nelle scuole a parlare di legalità?

CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Fra i cittadini si sta diffondendo sfiducia nei giudici se non diffidenza”, è una dichiarazione della senatrice Giulia Bongiorno a proposito del caso Palamara.

Se questo è vero, se alcuni vertici delle forze dell’ordine sono invischiati in fatti poco chiari di trattativa con la mafia, se certa politica offre uno spettacolo a dir poco vergognoso, se persino cavalieri del lavoro, decorati con medaglia d’argento al valore della sanità e noti personaggi storicamente antimafia sono agli arresti domiciliari per truffa e corruzione, ci chiediamo, chi andrà più nelle scuole a parlare di legalità?

Chi potrà presentarsi agli occhi ipercritici di una scolaresca e parlare di onestà, di rispetto delle regole costituzionali, di legalità, di antimafia e di meritocrazia?

Da chi dovrebbero imparare e trarre esempio i giovani che leggendo i giornali, il web o guardando la televisione si rendono conto di vivere in una società malata, in un paese cattolico dove donne e bambini, scampati alla fame e alla guerra vengono per giorni e giorni trattenuti e sequestrati in mare, senza che a nessuno venga un moto di pietà.

Chi deve andare nelle aule scolastiche? I preti?

Anche la credibilità di molti di loro è in discussione.

E’ di questi giorni la riproposizione sulla Rai di una fiction di qualche anno fa su Felicia Impastato, madre di Peppino, trucidato dalla mafia di Tano Badalamenti a Cinisi e sono di questi giorni le commemorazioni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino uccisi dalla mafia di Totò Riina.

Sono loro gli eroi che hanno le carte in regola per presentarsi nelle aule scolastiche e insegnare ai ragazzi cosa è il sacrificio e il senso del dovere.

Purtroppo non ci sono più, come non ci sono più i giudici Terranova, Costa, Livatino, Saetta, non ci sono più padre Pino Puglisi, il Generale Dalla Chiesa e tutti i carabinieri e i poliziotti che hanno sacrificato la vita al servizio dello stato e della giustizia.

Ma allora, torniamo a chiederci: chi potrà andare nelle nostre scuole, chi potrà senza remore continuare a parlare con i giovani, formarli al rispetto delle regole, essere da esempio e da guida per le loro giovani menti?

Crediamo fermamente che anche oggi, in un paese devastato dalla corruzione, ci siano centinaia, migliaia, milioni di uomini e donne per bene, ci riferiamo alle forze dell’ordine, alla magistratura, alla politica ma anche e soprattutto a quella classe insegnante, ai maestri, ai professori che giorno per giorno hanno a che fare con i nostri giovani e che, malpagati, svolgono il loro lavoro con dedizione, passione e, in silenzio, senza clamore!

A loro affidiamo il difficile compito di far conoscere e apprezzare i nostri eroi moderni, le loro storie, il loro esempio.

Salvatore Giunta

Consigliere Nazionale

Unità Siciliana LE API

Caltanissetta

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