Unità Siciliana LE API: Autonomia differenziata , no grazie!

Il periodo politico che stiamo attraversando è inverosimile e terribile nella sua drammaticità : appena usciti da una gravissima pandemia, ci siamo ritrovati dentro ad una guerra che giorno dopo giorno mostra i segni di un coinvolgimento globale.

Come se non bastasse, anche all’interno si notano i segni di una profonda crisi e di una grave instabilità: i Cinque Stelle implodono, Di Maio lascia il partito che ha contribuito a creare e fonda un suo movimento;  le tre regioni ricche d’Italia stanno formando il partito dei ricchi del Nord, dando un duro colpo all’ unità della Nazione e della Costituzione.

Una situazione che il governo Draghi non boccia, anzi promuove e che rappresenta l’ ulteriore spallata alle speranze dei meridionali che vedono nella “autonomia differenziata” il colpo finale e decisivo contro una perequazione economica e sociale aspettata da almeno 30 anni.

Che le regioni ricche vogliano diventare più autonome nulla osta , ma sicuramente dopo che si è attuata una più equa distribuzione delle risorse.

Insomma, non è possibile che regioni ricche diventino più ricche e regioni povere restino povere.

Partiamo da un punto zero, un punto in cui non si avverta la differenza tra Nord e Sud, in cui le infrastrutture siano altrettanto moderne rispetto al Nord, in cui si rispetti il patto costituzionale tra i Siciliani e lo Stato Italiano, che fino ad oggi non è stato assolutamente rispettato, ed io infine che vengano pagate in Sicilia le tasse relative ai redditi prodotti in Sicilia.

Solo partendo da questo punto zero possiamo cominciare a discutere di autonomia differenziata , solo facendo dell’Italia una vera , unica nazione, solo evitando il perpetrarsi del furto di cui ogni anno siamo vittime, dai 4 ai 7 miliardi l’anno, solo allora si potrà parlare di autonomia differenziata e saremo lieti che tutte le macroregioni possano raggiungere l’autonomia in un paese unito dove non ci sono figli e figliastri, ma dove i cittadini abbiano i medesimi diritti, gli stessi doveri e siano trattati tutti alla medesima maniera.