Tre italiani positivi al coronavirus, una donna incinta all’ottavo mese, due comuni in isolamento

Sono tre le persone ricoverate in ospedale in Lombardia perché positive al virus Covid-19. L’assessore al Welfare, Giulio Gallera, ha invitato i cittadini a non uscire di casa e a evitare i contatti sociali.

Quarantena per 60 persone. Gallera: in caso di sintomi non recarsi al pronto soccorso ma contattare 112.

L’uomo non è stato in Cina ma a fine gennaio ha cenato con un amico tornato da lì che è stato ricoverato in isolamento in attesa dei risultati. La moglie è incinta all’ottavo mese. Quarantena per familiari, medici e infermieri. Controlli anche nel Piacentino.

Primi tre contagi da coronavirus in Italia: un 38enne di Castiglione d’Adda, in provincia di Lodi, ricoverato da mercoledì sera a Codogno, è risultato positivo al test del coronavirus. Positivi ai test anche sua moglie – un’insegnante di liceo di Codogno, incinta all’ottavo mese – e uno stretto conoscente, entrambi ricoverati in isolamento al Sacco di Milano. Il 38enne è in prognosi riservata, con insufficienza respiratoria e le sue condizioni sono ritenute molto gravi, tanto da non essere al momento trasferibile. “Si invitano tutti i cittadini di Castiglione d’Adda e di Codogno, a scopo precauzionale, a rimanere in ambito domiciliare e ad evitare contatti sociali. Per coloro che riscontrino sintomi influenzali o problemi respiratori l’indicazione perentoria è di non recarsi in pronto soccorso ma di contattare direttamente il numero 112 che valuterà ogni singola situazione e attiverà percorsi specifici per il trasporto nelle strutture sanitarie preposte oppure ad eseguire eventualmente i test necessari a domicilio”, questo in una nota dell’assessore regionale Giulio Gallera.

La donna insegna a Codogno (ma non al liceo Novello come si era saputo in un primo momento): per questo si sta decidendo anche come procedere a scuola anche se, secondo quanto si apprende, era in congedo maternità e da alcune settimane non andava a scuola. Si sta cercando di ricostruire come abbia contratto il virus: da quanto si sa il 38enne sarebbe andato a cena con un amico che tornava dalla Cina a fine gennaio, ma non è detto che sia stato quello il momento del contagio, visto che i giorni trascorsi da quel momento sarebbero più di quelli finora considerati il periodo di incubazione del virus. L’amico è stato individuato ed è ricoverato in isolamento al Sacco e sono stati fatti su di lui i primi test, ma si attendono i risultati già oggi. A comunicare la notizia, durante la notte, l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, che ha convocato una conferenza stampa a Palazzo Lombardia alle 12,30 per fare il punto della situazione.

Il 38enne, che lavora all’Unilever di Casalpusterlengo – dove oggi i sanitari sono già arrivati per fare i tamponi a tutti i suoi colleghi – e vive vicino Codogno, si è presentato in ospedale una prima volta domenica sera con la febbre, ma sarebbe stato rimandato a casa. Poi, il ricovero mercoledì sera. Ricostruendo i suoi spostamenti è passato dal Pronto soccorso al reparto di Medicina fino alla Terapia intensiva. Adesso si stanno avviando le procedure per la quarantena per i suoi familiari e con tutti i medici e gli infermieri che sono entrati a contatto con lui: si tratta di una settantina di persone, anche se sono almeno un centinaio le persone contattate da ieri sera dalle autorità sanitarie, visto che potenzialmente nei giorni scorsi il 38enne potrebbe aver incontrato tantissima gente al di là dei familiari e dei colleghi. Da quanto è stato ricostruito il 38enne nei giorni precedenti al ricovero è andato a correre e poi al lavoro, ha giocato a pallone e ha preso parte a tre cene. L’uomo lavora per una multinazionale che ha una sede a Casalpusterlengo. I sanitari stanno inoltre cercando di ricostruire cosa abbia fatto e chi abbia incontrato in questi ultimi giorni la moglie, che da quanto accertato al momento sembrerebbe però aver avuto meno contatti del marito.Gli accessi al Pronto soccorso e le attività programmate dell’ospedale sono stati, a livello cautelativo, attualmente interrotti. Le persone che sono state a contatto con il paziente sono in fase di individuazione e sottoposte a controlli specifici e alle misure necessarie. L’amico con cui è stato a cena è un manager di una società di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) che lavora in Cina e lì trascorre quasi tutto l’anno. Per questo la Ausl di Piacenza ha avviato verifiche e controlli anche sul territorio emiliano volti a verificare gli eventuali contatti dell’italiano rientrato dalla Cina con dipendenti piacentini dell’azienda. “Sono stati già effettuati tutti gli accertamenti diagnostici necessari sui medici, gli infermieri e i pazienti dell’ospedale di Codogno (Lodi) dove si è presentato un paziente poi riscontrato positivo al coronavirus. Abbiamo tutti i tamponi già pronti”. Lo ha detto l’assessore alla Sanità di Regione Lombardia, Giulio Gallera, raggiunto telefonicamente da Rainews. Il pronto soccorso era già stato chiuso a scopo precauzionale. Gli ingressi all’ospedale di Codogno sono completamente sbarrati al pubblico. Le persone che alla spicciolata arrivano perché tempo fa avevano fissato appuntamenti per eseguire visite o esami, non vengono fatte passare e le si invita a cancellare l’appuntamento per riprenderlo successivamente. Tutti i dipendenti dell’ospedale indossano la mascherina.

Le autorità sanitarie stanno approntando la situazione all’ospedale Sacco di Milano – individuato con lo Spallanzani di Roma come quello adatto a trattare i casi di bioemergenze – pensando al possibile trasferimento con un’ambulanza ad alto biocontenimento come quella utilizzata per il ragazzo di 17 anni tornato dalla Cina ma risultato negativo al Coronavirus. Intanto una equipe del Sacco è già andata all’ospedale di Codogno. Nella ricostruzione dei contatti dell’uomo è importante ricordare che la quarantena viene considerata necessaria per chi ha avuto il “primo contatto”, cioè chi è stato fino a un metro di distanza per un periodo non occasionale con la persona contagiata.

Fino a ieri i casi negativi in Lombardia erano stati 101. Dei 50 ragazzini in quarantena volontaria da scuola poiché tornati dalla Cina per le feste del Capodanno cinese, già una decina sono rientrati in classe poiché senza sintomi dopo aver completato i 14 giorni di isolamento volontario. di ALESSANDRA CORICA e ORIANA LISO e MAURO RANCATI (repubblica.it)

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