Trattenute indesiderate, la doppia morale dei sindacati confederali

Nel rinnovo del CCNL Cooperative Sociali spunta un contributo dei lavoratori a favore di Cgil, Cisl e Uil

In molti credono che i sindacati si finanzino mediante le quote dei propri iscritti che, con coscienza e
volontà, scelgano di aderire a quell’organizzazione sindacale. In molti, giustamente, sono convinti che
qualsiasi contributo versato a favore di chi li dovrebbe rappresentare debba essere libero e
spontaneo, senza alcuna imposizione celata.
Ma quello che è successo nel rinnovo del CCNL Cooperative Sociali è, purtroppo, una pratica molto
diffusa: lo chiamano “contributo di servizio contrattuale”, ma in realtà si tratta di una trattenuta
operata nei confronti dei lavoratori non iscritti a CGIL CISL e UIL, pari allo 0,1% della retribuzione lorda
annua.
E così, tutti i lavoratori del settore socio-sanitario-assistenziale-educativo a cui viene applicato il CCNL
Cooperative Sociali, pur non aderendo a quei sindacati, si ritroveranno una trattenuta in busta paga
a cui non hanno mai dato il proprio consenso.
Soltanto i più avvezzi, nonostante la carenza di un’adeguata e puntuale informazione, riusciranno a
rendersi conto di quel “meno zero virgola qualcosa” dalla propria busta paga che, sommato alle
retribuzioni di tutti i lavoratori del settore, si traduce in migliaia di euro nelle casse di Cgil, Cisl e Uil.
Il contributo, infatti, non è obbligatorio. Non appena scoperta la trattenuta, i lavoratori potranno
compilare il modulo di rifiuto, corredato da copia del documento di identità e consegnarlo al proprio
datore di lavoro.
Lo Snalv Confsal – a circa due anni di distanza dalla sottoscrizione del CCNL ANASTE, contratto leader
del settore socio-sanitario-assistenziale-educativo, e dopo le innumerevoli calunnie e falsità che
hanno accompagnato la prima fase di applicazione di quel contratto – si interroga se è questa la
moralità propagandata illo tempore dalle organizzazioni confederali, se è questa la tutela “dura e
pura” che si intende garantire ai lavoratori, se è questa la strada per recuperare una credibilità oramai
svanita da tempo.

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