Tavolo tecnico relativo alla problematica della mancata esecuzione delle misure di sicurezza

CALTANISSETTA – Il Palazzo del Governo di Caltanissetta ha costituito la cornice istituzionale all’interno della quale si è tenuto un tavolo tecnico volto ad affrontare la problematica della mancata esecuzione delle misure di sicurezza provvisorie.

Su richiesta della Magistratura nissena, rappresentata durante l’incontro ai massimi Vertici,  il tavolo ha visto la partecipazione dei dirigenti dell’ASP di Caltanissetta, dell’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia, del Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria di Palermo, dell’Ufficio Locale Esecuzione Penale Esterna di Caltanissetta e del Garante dei detenuti Prof. Giovanni Fiandaca.

Nel corso della riunione sono state discusse ed affrontate le questioni riguardanti le criticità che la Magistratura requirente e soprattutto quella giudicante incontrano nella fase di irrogazione delle misure di sicurezza nei confronti dell’autore del reato incapace di intendere e di volere,  la tematica delle liste d’attesa, le difficoltà di individuare misure idonee da applicarsi, nel tempo necessario per l’inserimento nelle strutture preposte, ai soggetti in questione.

Dalla discussione è emersa forte la necessità di colmare una carenza, nel territorio siciliano, delle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, in acronimo REMS, strutture sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi.

Al riguardo, con il contributo dell’Assessorato regionale alla salute, è stato approfondito lo stato dei lavori riguardanti l’apertura di nuove REMS nel territorio della regione nonché la tempistica dei lavori riguardanti l’apertura presso alcune strutture penitenziarie di nuove ATS.

Nel contempo, le Istituzioni hanno concordato, in attesa di avere un numero maggiore di strutture da utilizzare, sull’esigenza di potenziare ulteriormente la collaborazione interistituzionale e la circolarità delle informazioni al fine di affrontare al meglio la situazione in atto, attraverso la messa a punto di un Protocollo operativo.

Detto documento dovrà favorire la condivisione di dedicati canali di comunicazione e di informazione e la conseguente individuazione di adeguati percorsi terapeutico riabilitativi attraverso una stretta e proficua interlocuzione tra Autorità giudiziarie e autorità sanitarie.

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