S. Cataldo. “Le spighe” al lavoro su giovani, donne e sociale

Prosegue il lavoro del nuovo movimento civico “LE SPIGHE”. E prosegue con un approccio “molto pragmatico” come afferma Peppe Scarantino. “Attraverso dei tavoli di lavoro intendiamo realizzare un progetto politico concreto e attuabile. Il nostro – continua Scarantino – è un gruppo libero e aperto a tutte le persone perbene che sentono la necessità di rilanciare la vita di San Cataldo. Siamo impegnati innanzitutto ad ascoltare i bisogni delle associazioni, dei volontari, del mondo giovanile e delle viarie realtà. Ci poniamo in un’ottica di dialogo e confronto. Una delle tre spighe del nostro logo simboleggia appunto la solidarietà”. La nostra – aggiunge Totò Iacona – è una città che non può fare a meno della presenza di un significativo tessuto fatto di associazioni, gruppi, organizzazioni di volontari impegnati su vari ambiti: culturale, educativo, sociale. Uno straordinario mix di giovani e adulti che vuole contribuire alla crescita sociale della nostra città ed essere tra i protagonisti di un processo di rinascita. Questo tessuto non deve cercare soltanto “il contributo” o il patrocinio, ma deve proporsi come valido interlocutore di chi amministra. Chi amministrerà San Cataldo avrà il dovere di valorizzare questo enorme potenziale, creando le condizioni per realizzare una “rete”, fatta di pubblico e di privato, che offra risposte concrete ai veri bisogni della città”.

Il futuro di San Cataldo passa anche attraverso i giovani” dicono Flavio Bellomo, Michele Dell’Aira, Cataldo La Fisca, Roberto Goto, Francesco Goto. “La creazione di nuove opportunità sociali ed economiche rappresenta l’unico spiraglio per scongiurare la perdurante ‘fuga’ giovanile. La nostra idea è innanzitutto quella di valorizzare i beni immobili comunali da anni in disuso al fine di poter creare nuove occasioni di incontro che possano altresì sfociare in eventi di natura culturale. La concessione in uso di tali spazi consentirà l’apertura di nuove attività commerciali e con essa la creazione di nuovi posti di lavoro. Chiaramente, nulla di tutto ciò sarà possibile senza una meticolosa politica attiva in materia di lavoro. Sul punto incideranno fortemente le modalità con cui gli ingenti finanziamenti europei verranno impiegati”.

L’azione politica del nostro gruppo – spiega Aldo Sardo – verte innanzitutto sulla necessità di una programmazione per la risoluzione di problematiche che lo sfacelo locale prima, e la pandemia globale ancora in atto hanno reso assolutamente pressanti e preoccupanti. Siamo consapevoli della necessità di una discontinuità delle faziosità tra vip locali e di una inclusione di tutte le forze moderate e non populiste, senza fronzoli o personalismi. Il post dissesto deve essere un’occasione per una ripartenza qualificata che faccia perno su una figura civica dalle capacità aggreganti capace di far scendere in campo le intelligenze della città. Nello stesso tempo – prosegue Sardo – restiamo disponibili al dialogo rinunciando ad ogni rigidità sterile. La posta in gioco non è la poltrona ma le sorti di un’intera città. Speriamo che il vero obiettivo comune sia la rinascita della città”.

Una comunità si definisce tale – afferma Maurizio Lombardo – quando l’attenzione ricade sui più deboli. A San Cataldo, anche a causa dell’emergenza sanitaria attuale, il mondo della disabilità è stata abbandonato. Abbiamo pagato un prezzo troppo alto: affrontare la situazione pandemica da soli, senza le istituzioni! È dunque necessario istituire un tavolo permanente, così come regolamentato dalla Legge 328. Coinvolgere le realtà, così come prevede tale legge, potrebbe oggi fare la differenza, garantendo quantomeno il rispetto e la dignità dei soggetti fragili. È anche necessario potenziare servizi come: l’assistenza disabili, l’assistenza alla comunicazione, i gruppi appartamento che si occupano di disabilità psichiche. Urge una politica del servizio e dell’attenzione. Una politica della presenza che faccia la differenza. Meno apparenza, più contenuti. Essere disabili a San Cataldo – conclude Lombardo – significa esserlo due volte. Non possiamo permettere di ledere i diritti delle persone con disabilità, di appesantire le famiglie e il tessuto sociale. La prossima amministrazione comunale ha l’obbligo morale di aiutare le fasce deboli”.

Un’attenzione particolare – dice Rita Raimondi – va rivolta alle donne e alla tutela dei loro diritti anche attraverso la creazione di punti di ascolto e di opere di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini. Bisogna inoltre favorire e incoraggiare l’imprenditoria femminile. Reputiamo opportuno dialogare e sostenere le attività sociali e culturali portate avanti dalle parrocchie e dalle caritas cittadine attraverso la creazione di uno strumento istituzionale di raccordo”.

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