piùCittà: “L’inevitabile débâcle partecipativa”

A leggere il giornale «La Sicilia» di giorno 18 aprile (Democrazia non partecipata e bruciata e due soli capoluoghi virtuosi poi solo occasioni sprecate, pp. 6-7), Caltanissetta non risulta neanche in media classifica nella spesa del Bilancio partecipativo. In più, verificando i dati presentati sul portale https://www.spendiamolinsieme.it/, appaiono situazioni non verificabili: ad esempio, vengono riportate le spese del 2016, ossia relative ad un anno in cui i progetti vennero ritirati per una decisione inaspettata da parte della allora amministrazione dell’Alleanza per la Città.

La cosa non ci sorprende, perché da anni abbiamo segnalato come questo prezioso strumento di coinvolgimento sia sottovalutato, ignorato o – come sta accadendo in questi mesi – del tutto travisato. E dire che Caltanissetta aveva cominciato bene: tra le prime, già nel 2015, aveva risposto con diversi incontri al termine dei quali erano venute due proposte, una da parte delle associazioni sportive e una dei Comitati di quartiere. Le due proposte, grazie ad un lavoro dialogico e ad un processo orientato da un team appositamente predisposto dall’allora assessore alla Partecipazione e dall’Assessore alla Cultura, si erano fuse in un progetto dal titolo “Olimpiade di quartiere”, gestito per la parte organizzativa dal CONI. Territorio (i quartieri), un ambito educativo (lo sport), due istituzioni di prestigio (il CONI e le scuole): questo il modo con cui si è dato inizio ad un processo che doveva, annualmente, portare ad una sempre più responsabile e ampia conoscenza delle esigenze dei cittadini e alla partecipazione diffusa.

Il percorso partecipativo non come l’acquisto di un bene in assenza di azioni creative (cosa che si attua nelle poste del bilancio ordinario, ma a volte le ovvietà vanno ricordate!), ma come valore aggiunto dell’incontro, della sintesi comunitaria, della messa a servizio di competenze collettive. Non abbiamo mai pensato fosse una strada facile, ma è certamente una strada esaltante se al termine si dà voce ad una crescita socio-culturale, emozionale, ad un modo di sentirsi attori di una comunità che cresce.

E invece, oltre ad aver preso atto che nel Regolamento si continua nella votazione online che inibisce la partecipazione di molte persone e che ha come conseguenza la prevedibile proroga di scadenza delle votazioni, oltre ad aver assistito al silenzio sulla “raccomandazione” politica di un progetto, infine domenica leggiamo che nella cifra ammessa a bando per il bilancio partecipativo 2019 ci sarebbero macroscopici errori. In attesa di smentita, prendiamo atto che molti progetti del 2018 giacciono ancora senza che siano state attivate le procedure di finanziamento e che di quella idea iniziale non resta neanche l’odore. A prescindere dalla pandemia.

P.S.

Insieme alle altre associazioni territoriali presenti all’assemblea dell’ormai lontano 13 ottobre 2020, siamo ancora in attesa di essere sentiti dalle Commissioni consiliari (I – V – VII) cui è stata rivolta per PEC una richiesta di audizione. Poi non occorre chiedersi stucchevolmente perché la città non si senta coinvolta, posto che nell’unico ambito in cui essa deve essere protagonista viene costantemente ignorata…

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.