Madre e figlia uccise a Gela, slitta ancora giudizio appello: rinvio ad ottobre

GELA – In Corte d’appello a Caltanissetta, qualche tensione ieri c’è stata per il nuovo rinvio. Mancava uno dei giudici e non è stato possibile trattare il procedimento di secondo grado, scaturito dal duplice omicidio stradale di Nuccia Vullo e della piccola figlia Ludovica Caracappa. I familiari delle vittime non hanno nascosto il loro malcontento, per lo slittamento al prossimo ottobre. Madre e figlia vennero travolte e uccise, in via Venezia, dall’auto guidata dal giovane Salvatore Rinella (presente ieri a Caltanissetta insieme al suo legale di fiducia Salvatore Incardona), che in primo grado il gup del tribunale di Gela ha condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione, al termine del rito abbreviato. E’ stata la difesa del ventitreenne ad impugnare la decisione, rivolgendosi ai giudici nisseni. Punta a rivedere ulteriormente la sua posizione. Rinella ha sempre sostenuto di non essersi accorto della presenza di madre e figlia. Le vittime erano appena uscite da un ristorante della zona e stavano raggiungendo la loro auto. La difesa, dopo aver esaminato le motivazioni depositate dal gup, ritiene che vada valutato quanto sostenuto dal perito nella relazione tecnica. I familiari (il marito di Nuccia Vullo, l’altra figlia della coppia e i genitori della donna) sono parti civili e nel procedimento di primo grado hanno chiesto la condanna di Rinella, attraverso i loro legali, gli avvocati Riccardo Balsamo, Gionata Virga, Seba Virga e Gaetano Purpura. Gli è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni e sono costituiti anche in appello.

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