Lo sconcertante caso dell’impianto eolico di contrada Grecuzzo a Butera e la necessità di un’inchiesta estesa a tutta l’Isola

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – A Butera (Sicilia centro-meridionale), uno dei tanti  impianti eolici realizzati in questi anni avrebbe dovuto produrre energia elettrica e vantaggi economici per i cittadini. E invece, secondo la Guardia di Finanza, ha prodotto sprechi di danaro pubblico per tre milioni di euro. Tredici persone sono state segnalate alla Corte dei Conti con l’accusa di danno erariale. Tra questi ci sono due sindaci del Comune nisseno: l’attuale Luigi Cassisi, e il sindaco in carica dodici anni fa, cioè nel momento in cui fu assegnato l’appalto, Aldo Scichilone. L’indagine coinvolge anche funzionari del Dipartimento Energia della Regione, e per il Comune di Butera il responsabile del settore Urbanistica, il progettista e direttore dei lavori, i rup e i rappresentanti legali delle ditte appaltatrici “Gallo” e “Mansueto”.  Sono accusati, a vario titolo, di avere determinato un danno erariale da oltre 3 milioni di euro. Dall’inizio dei lavori sono trascorsi oltre 12 anni. L’intero finanziamento di tre milioni di euro, stanziato dalla Regione, come evidenziato dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Caltanissetta, è stato speso senza che fosse stata portata a compimento l’opera. Nessuno avrebbe verificato l’iter dei lavori. Ciò che è visibile oggi è soltanto una pala eolica abbandonata in contrada Grecuzzo. Non sono stati realizzati gli allacci alle cabine e le strutture per far pervenire l’energia elettrica a Butera. Le anomalie sarebbero state presenti già nel primo bando di gara. Esso evidenziava l’esistenza di una strada per far giungere i mezzi necessari sul luogo dove installare le pale eoliche. Ma quella strada in realtà non c’era, spiegano dal Comando Provinciale delle Fiamme Gialle di Caltanissetta. Così è stata necessaria una prima variante. E ancora: non sarebbero mai stati effettuati dal Comune gli espropri necessari per realizzare le cabine elettriche. L’amministrazione Casisi, nel 2015, aveva avviatouna nuova gara d’appalto, del valore di circa un milione di euro, per completare l’impianto. La ditta precedente è stata esonerata, ma non è stato chiesto il recupero delle somme – sottolinea la Guardia di  Finanza. Le indagini vanno avanti.

Inevitabilmente ci chiediamo: è possibile che altri impianti eolici, in Sicilia, siano in queste stesse condizioni e che le ditte interessate usufruiscano di incentivi e rimborsi, considerato che tali incentivi vengono pagati dai cittadini attraverso le bollette relative all’erogazione di energia elettrica?

Insomma, per Italia Nostra occorrono risposte chiare e inconfutabili sullo stato dell’eolico in Sicilia. E occorre accertare, con una specifica inchiesta estesa a tutta l’Isola, chi produce e chi non produce energia elettrica con gli impianti eolici e quali siano le irregolarità che lo stesso Presidente del GSE (Gestore dei Servizi Energetici Rete) ha denunciato nel 2015. Inoltre, in relazione alle diffuse e rilevanti peculiarità paesaggistiche e naturalistiche dell’Isola, va accertato se nel territorio regionale possano essere realizzati altri impianti eolici.

La Legge regionale n. 29 del 2015, che noi riteniamo buona, è finalizzata alla regolamentazione dell’eolico e alla tutela del paesaggio. Di certo non ha avuto ancora piena applicazione e il regolamento predisposto dal Dipartimento Energia non ha rispettato i dettami della legge (art.1): manca infatti la prevista Mappatura delle zone non idonee. Dal Dipartimento Energia della Regione ci aspettiamo maggiore efficienza e trasparenza.

 

Distinti saluti,

 

Leandro Janni, Presidente del Consiglio regionale di Italia Nostra Sicilia

 

Ernesta Morabito, Componente del Consiglio regionale di Italia Nostra Sicilia

 

 

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