Le “disgrazie” dei 22 Comuni ella provincia sono tema nazionale, la strategia è vincente. Bisogna andare avanti insieme ai cittadini liberi e con determinazione

La “vertenza Gela” è l’insieme di alcune fondamentali rivendicazioni che riguardano da vicino il presente della città e dell’intera provincia. Se qualcuno avesse avuto dubbi sicuramente gli stessi sono stati superati dalla certezza che in 12 giorni di protesta la vertenza Gela è alla ribalta nazionale, senza aver prodotto disordini né in città né altrove. La forza delle parole, la gravità della situzione di degrado nella quale versa l’intero territorio è allarmante. Sono queste, in sintesi, le ragioni che devono vedere i cittadini uniti, senza cadere nel tranello di chi vuol far polemica per distrarre l’opinione pubblica da gravi inefficienze della politica degli ultimi decenni. La vertenza è solo all’inizio, la strategia è vincente, ciò è dimostato dall’interesse anche della rete televisiva di Stato, lo stesso Stato dal quale dobbiamo esigere risposte concrete, investimenti da far vivere nel territorio. Non possiamo rinunciare alla realizzazione del porto, all’autostrada Gela-Siracusa che doveva essere inaugurata nel 1973, ad una stazione ferroviaria nella quale transitino persone, al consolidamento di una industria (Eni) anch’essa con la partecipazione di quello Stato che si è distratto per troppo tempo, condannando il Sud all’abbandono, ai ponti che cadono, alle strade dei paesi del Vallone con in testa Mussomeli della nostra provincia che sono solo letti di fango, alle frane la cui soluzione non può limitarsi a levare i detriti che si riversano nella carreggiata (ultima 48 ore fa a Butera), ed ancora il rilancio delle nostre aree industriali da Caltanissetta a scendere. Lo Stato, nelle sue articolazioni (Regione) cosa sta facendo per le nuove generazioni? Abbiamo anche il museo regionale  chiuso da  agosto come se fosse normale e invece è raccapricciante anche sotto il profilo culturale.
La vertenza va avanti, dodici giorni inaugurano una nuova stagione e certificano che la strategia della lotta eclatante arriva nei tavoli romani e lì deve stare fino a soluzione, così come vale per gli investimenti in agricoltura e in sanità. Mi appello al buon senso della politica, quella buona, affinchè si lavori senza produrre polemiche, non servono a nulla se non a dimostrare errori di impostazioni e questo territorio, l’intera provincia è vittima di errori drammatici che hanno inciso negativamente.

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