La partecipazione: una fissazione o l’unica strada possibile? Dibattito alla Casa delle Culture e del Volontariato

CALTANISSETTA – Il deludente riscontro cittadino delle votazioni legate alle aree tematiche del Bilancio partecipato ha, per il secondo anno di seguito, evidenziato una indifferenza o forse una incomprensione o, più probabilmente, una disinformazione del cittadino rispetto a queste nuove possibilità di coinvolgimento attivo. Se 26 progetti presentati sarebbero stati un segno di risveglio, 26 votanti su 60.000 sono un segno inequivocabile di agonia. Il dato statistico più preoccupante è che nessun ragazzo nisseno ha ritenuto di dover fare lo forzo di iscriversi ad un portale – e sì che proprio loro ne hanno dimestichezza! – e votare per l’area “politiche giovanili”: come interpretare questo dato? È segno di una volontà di andarsene, di non investire il proprio tempo nel luogo in cui si è nati o è, piuttosto, il segno di un processo che non può avvenire sulla carta, ma che ha bisogno di un monitoraggio attento e di una cura alla educazione democratica? Vogliamo esagerare volutamente, dato che da anni ci battiamo (uscendone perdenti, è il caso di ammetterlo) per intraprendere un percorso di politiche partecipative che spesso impaurisce gli stessi amministratori: c’è bisogno di un entusiasmo sincero per trasmettere ed educare ad una nuova modalità di riconoscimento come attori sociali.
In ogni caso, anche gli adulti sono stati poco coinvolti e, come dice qualcuno, forse non ritengono tempo ben speso quello dedicato alla conoscenza e alla gestione della propria città. Accade sui temi del bilancio, come accade su altri argomenti di interesse collettivo: dalla sanità al dimensionamento scolastico, dal debito ATO alle infrastrutture, dalla gestione dei beni comuni al funzionamento delle aree industriali. L’esercizio della delega costante, si risolve spesso in una lamentela “a latte versato”.
Ma è possibile per il cittadino e per le forme organizzate di volontariato, ciascuna impegnata con le proprie competenze, intervenire e far sentire la propria voce a fianco a quella dei consiglieri comunali che lo/li rappresentano? La mediazione tra rappresentanza e forme democratiche dal basso è oggi più che un’opportunità: è una necessità. Assistiamo, infatti, a Caltanissetta come altrove, ad un rinchiudersi nei propri spazi, all’interno delle proprie esigenze ordinarie, in attesa che qualcuno risolva problemi incrostati da tempo. La perdita del senso comunitario costruisce disaffezione alla buona politica, ma soprattutto deresponsabilizzazione e, infine, abbandono della cosa pubblica. PiùCittà ritiene che si siano persi anni importanti per innescare processi virtuosi di dialogo e di attenzione al confronto e per questo motivo giorno 13, a partire dalle esperienze già maturate negli ambiti dell’associazionismo, cercheranno di riflettere insieme alle associazioni che hanno voluto l’assemblea pubblica su come far ripartire un legame fatto di diritti e doveri, vincoli reciproci, rispetto del ruolo di ciascuno.
Ringraziamo sin d’ora gli invitati e quanti parteciperanno nel rispetto delle normative anti COVID. Il dibattito sarà reso pubblico anche attraverso la diretta sulla pagina FB di piùCittà, grazie agli strumenti di LAO.

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