La nuova opera di Guadagnuolo: “Le varianti di SARS-CoV-2: inglese, sudafricana e brasiliana”

Un anno fa il 02/02/2020, in Italia era stato isolato il Virus Covid-19, nello stesso giorno l’artista italiano Francesco Guadagnuolo, nell’attualità e originalità, esponeva la sua opera chiamata “Coronavirus”, rendendo per la prima volta visibile il Covid-19 con una scultura simbolo del virus: un cranio coronato di particolari forme a punta che circondano le particelle virali. Proprio per questa tipologia di mostre di nuove opere, sin dal 1995 il critico e storico dell’arte Antonio Gasbarrini ha scelto la definizione di Transrealismo. Tali opere sono interpretate come simbolo di ciò che non è visibile dall’esterno ma dall’interno del corpo.

Oggi a distanza di un anno l’artista realizza l’installazione “Le tre varianti di SARS-CoV-2: inglese, sudafricana e brasiliana”.  Un‘occasione eccezionale per riflettere sul significato di arte e come intendere la cultura. L’effetto Coronavirus ha investito tutte le componenti culturali influenzando anche la capacità dell’osservazione dell’opera d’arte, non più in modo distratta dal pubblico quando andiamo a visitare le mostre, ma quando siamo nel nostro privato, con i nostri pensieri e con i nostri profondi stati d’animo, cambia così il modo di osservare e riflettere l’arte attraverso le mostre virtuali scaturite nel tempo della pandemia.

La nuova installazione di Guadagnuolo è rappresentata da un busto di uomo dipinto con colori particolarmente immersi da uno stato d’animo sofferente che testimonia il grado della malattia, come si può percepire dai tre volti assemblati che simboleggiano le tre varianti segnate dalla loro provenienza. La bandiera inglese al centro, la sudafricana a sinistra e sulla destra quella brasiliana. I virus, nello specifico quelli a RNA come i Coronavirus, mutano tramite il loro genoma. Il virus, in questo caso, viene circoscritto come “variante“. Ecco dunque l’installazione di Guadagnuolo con le tre varianti. L’artista fa un’analisi stilistica attuale, immessa al tempo del Covid-19, per propinare una configurazione e un concetto sulla condizione umana. L’angoscia dell’uomo, con la malattia che si modifica porta nuove afflizioni com’è visibile nell’installazione. L’uomo indossa la maschera da snorkeling, riconvertita in maschere C-PAP (ventilazione respiratoria) prodotta per gli ospedali, per ossigenare gli ammalati ricoverati con complicazioni respiratorie. Riusciamo a vedere nell’installazione l’interno della maschera, il volto dipinto dell’uomo cianotico, con la sua difficoltà respiratoria tipica della malattia.

L’installazione di Guadagnuolo ci dà una visione straordinaria di tutto questo nel tempo e nello spazio cercando di esprimere il dolore dell’essere umano dentro quel tunnel dov’è difficile, ritrovare la luce. Questa è la condizione che qualsiasi persona potrebbe chiudersi in se stessa, esprimendo un uomo senza più interessi, psicologicamente colpito, alterando in modo perenne la propria esistenza.

Ogni opera di Guadagnuolo ci coinvolge, ci emoziona, ci fa pensare, ed in questa condizione ci dà un’idea dell’afflizione del genere umano, in quanto per l’artista l’arte è principalmente testimonianza di una transrealtà che va oltre la vita. Egli infonde all’osservatore una profonda pietà umana. L’opera dell’artista è sempre stata profondamente umanitaria e in quest’occasione vuole testimoniare l’emergenza Sanitaria contro il virus che sta rendendo a tutti la vita intimamente martirizzata.

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