La Fortezza: “Caltanissetta è una città senza futuro?!… A mali estremi, estremi rimedi”

CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Caltanissetta è una città senza futuro. E non lo diciamo perché vogliamo essere apocalittici o perché vogliamo scaricare responsabilità a questo o a quello. A Caltanissetta si sorvola  a vista: non ci sono riferimenti, non ci sono carte nautiche. Non c’è pianificazione, programmazione, progetti.

Che cos’è la manutenzione ?? Si vive perché oggi c’è questo problema e domani ce ne sarà un altro. E, poi, c’è la famosissima frase fatta: “Non ci sono soldi, che volete da noi?”.

A questo punto, chiunque può fare l’amministratore, il vero padre di famiglia è colui il quale, non avendo grandi risorse, riesce a portare avanti la famiglia con quello che c’è”.

A Caltanissetta, questo problema non c’è: si riparano le fontanelle perché si è bloccata,da mesi, la saracinesca dell’acqua e/o otturati gli ugelli, si pulisce il cimitero dalle erbacce che ricoprono le lapidi, solo dopo le molteplici segnalazioni sullo stato di degrado da parte dei visitatori che vengono dall’estero, che indignati fanno visita ai cari defunti, si ripara il motorino dell’acqua dei gabinetti di questa o di quella  Villa (due) fuori servizio da mesi, ville invivibili ormai per essere diventate “quartier generale” per gli extracomunitari, si tampona la buca con la passata di bitume a freddo in superficie e si crede di avere coperto la buca definitivamente quando a distanza di qualche giorno si ripresenterà ancora più grande fino a quando non diventerà voragine. La lista potrebbe continuare all’infinito.

Dov’è stata l’opposizione? Avrebbe potuto utilizzare gli strumenti con i quali si fa opposizione, pochissimi e rarissimi i consiglieri che l’hanno fatto.

Ovvero, presentando progetti alternativi: non solo dicendo “Tu sei incapace signor Ruvolo, il problema più grave sei tu”.

In questi trascorsi anni ha dimostrato di essere un soggetto politicamente impreparato, non conosce la storia della città, dove vive, il proprio territorio, il patrimonio artistico e storico, gli uomini che hanno dato lustro alla città. Mancanza di sensibilità nei riguardi dei cittadini nisseni, non  saper ascoltare la voce del popolo dei suoi collaboratori e le loro esigenze,  nonché abilità organizzativa per migliorarne le condizioni di vita.

Ai cittadini nisseni interessa poco che sono stati spesi 40 mila euro per la collocazione dei dissuasori a scomparsa nella Ztl, forse si potevano spendere per sistemare  alcune cose che sono sotto gli occhi di chi frequenta sempre la Ztl, e in particolare i pochi commercianti rimasti e gli abitanti o la rimessa in funzione di alcune fontane fuori servizio da mesi, o per la sicurezza dei nisseni illuminando zone ormai totalmente al buio.

Fare opposizione a Ruvolo significava solo una cosa: dimettersi, andarsene e restituire la città hai NISSENI.

Il nostro spazio non conferme di Caltanissetta “LA FORTEZZA”, che concentra e accomuna uomini e donne, ragazzi, universitari e lavoratori, stanchi della politica dei classici partiti e dalla classica politica mossa solamente da interessi personali, dove il massimo dell’impegno si ha nelle campagne elettorali, indipendente da ogni forma di organizzazione di partito, basato principalmente sulla Comunità, Azione, Volontà, Coraggio, Identità, Sacrificio, Cultura, Memoria e Riconquista, si rivolge a tutti i nisseni e in particolare ai giovani, ai coetane: “dobbiamo disfare la valigia allestita per andarsene  e riporla nell’armadio, rimbocchiamoci le maniche,  Caltanissetta è nostra ci appartiene e il domani siamo noi.

Si vuole affermare un concetto, magari in passato scontato e naturale ma oggi necessario: non basta essere nati in un determinato luogo per acquisire di diritto l’appartenenza alla comunità. Viviamo in un’era di profondo egoismo, scetticismo, tutti noi siamo pervasi da un senso di impotenza, vorremmo delegare tutto a terzi. Chiudere gli occhi e trovare chi si occupi per noi della soluzione dei problemi e successivamente è ancor più facile puntare il dito contro qualcuno per qualcosa non fatta per come la si voleva. E, per noi, non è auspicabile, è quindi, prima di tutto, un appello. Rivolto a chi? A chi amministra, certo. Ma anche, e, soprattutto alla “città reale” a chi realmente è e si sente NISSENO nell’animo sempre e comunque. Il bene comune, infatti, lo costruiscono tutti i cittadini insieme, non si delega. E il cittadino non è l’uomo o la donna che risiedono su un territorio. Questo sostantivo, cittadino, membro della polis, dovrebbe essere attribuito unicamente a chi intende far parte attiva della comunità, del bene comune. Tutti, nessuno escluso, ognuno con la propria capacità e la propria competenza, possono e devono partecipare alla costruzione della città. Per questo la patria si costruisce a partire dal proprio quartiere, dal proprio comune. Ogni impegno che non parta dal territorio è pura immaginazione, esercizio di arroganza.

Noi puntiamo a rivoluzionare il carattere della gente, puntiamo così a realizzare la nostra Riconquista”

I problemi non si risolvono piangendoci addosso.

Penelope dopo dieci anni di sopportazione, all’arrivo di Ulisse, che si presenta sotto mentite spoglie vestendosi da mendicante, prevale sui parassiti Proci, cacciandoli  da casa in un solo giorno.

In questa città vanno mobilitate persone capaci, che oggi sono state forzatamente cacciate indietro, anche perchè scomode non essendo avvezze alle bassezze: ma che a questa città hanno dato il meglio. Se fosse gestita, non nel senso di potere, ma di dovere, da costoro si potrebbe creare una nuova città.

Nella nostro modo di essere e di fare  non siamo mai stati pessimisti ma neppure ottimisti perché gli ottimisti sono i pessimisti che allo stesso tempo non hanno mai smesso di credere di creare una città vivibile, moderna e democratica.

A mali estremi, estremi rimedi.

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