Italia Nostra Sicilia: Quel che resta del giorno. Ovvero c’era una volta la Libreria Sciascia

L’assessora alla Cultura del Comune di Caltanissetta Marcella Natale annuncia: «La Giunta del Comune di Caltanissetta ha grande piacere, accolta la proposta del Rotary Club di Caltanissetta, di apporre una targa in ricordo dell’editore Salvatore Sciascia, proprio là dove sorgeva la storica libreria».

Il Rotary Club di Caltanissetta ha dunque fatto realizzare una targa da dedicare alla memoria del concittadino Salvatore Sciascia, «per il suo valore come uomo, editore e rotariano». La targa sarà scoperta oggi, giovedì 6 maggio 2021, alle ore 17, in Corso Umberto I n.111, nel luogo in cui era presente la libreria «cenacolo di cultura», ritrovo di scrittori e intellettuali di primo piano. Saranno ovviamente presenti il sindaco Roberto Gambino, la soprintendente dei Beni Culturali Daniela Vullo, la presidentessa del Rotary Club Marcella Milia e l’assessora alla Cultura Marcella Natale. Interverranno Arcangelo Lacagnina e Valerio Cimino, entrambi past governor del Distretto 2110 Sicilia e Malta e il critico letterario Salvatore Ferlita. Infine, saranno ascoltate le testimonianze di Giuseppe Sciascia (figlio di Salvatore Sciascia), Antonio Iacono e Fausto Assennato. «Un appuntamento culturale e della memoria» – come affermano gli organizzatori dell’evento.

Che dire? Dopo l’incredibile, sconcertante chiusura e dismissione della storica, celebrata libreria e casa editrice di Corso Umberto I, nel 2012, adesso il Comune, su proposta del Rotary Club, ci mette una pezza. Pardon: una targa. Di certo, avrebbe potuto e dovuto fare di meglio, il Comune di Caltanissetta, nove anni fa: ad esempio acquistare la Libreria Sciascia e farne un peculiare, nuovo tassello della Biblioteca Comunale Luciano Scarabelli – tra l’altro assai prossima alla libreria. Così come la locale Soprintendenza dei Beni Culturali avrebbe potuto apporre un vincolo storico-artistico. Ma, purtroppo, nulla è stato fatto, in tal senso. E ciò che è perduto di un luogo, è perduto per sempre. Di certo esistono, permangono i documenti, i libri, le riviste, le fotografie: ma a chi importa, ormai, di tutto questo, in una città sempre più smarrita e impoverita? E dunque? Imploderemo, scompariremo travolti da un’inesorabile mediocrità esistenziale, o, malgrado tutto, saremo capaci di ri-trovare e ri-generare nuova linfa, forza e idee per immaginare e realizzare un diverso futuro?

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