Il Presidente nazionale della Lilt, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, prof Francesco Schittulli, denuncia l’emergenza che stiamo vivendo a causa del Coronavirus da un punto di vista oncologico e la necessità di una riforma della gestione sanitaria a livello nazionale

Con il ritorno alla individuale responsabile libertà post emergenza sanitaria Covid 19, si avverte l’estrema urgenza di affrontare con determinazione la trascurata emergenza sanitaria oncologica. Una patologia, il cancro, che, se fronteggiata come la pandemia da Coronavirus, risparmierebbe milioni di morti, incidendo sulla comunità anche a livello economico e sociale.

“Poco più di un anno fa (2018)- ricorda il prof. Schittulli – le diagnosi di cancro nel mondo sono state di oltre 18 milioni (con una incidenza maggiore per i tumori del seno, polmone, colon-retto e prostata), con una mortalità di circa 10 milioni di persone ed una guaribilità mondiale complessiva di 43 milioni di persone (vive cioè a 5 anni dalla diagnosi). In Italia lo scorso anno (2019) sono stati diagnosticati oltre 370.000 nuovi casi di cancro, vale a dire: ogni giorno più di 1.000 italiani hanno avuto una diagnosi di cancro. Mediamente ogni giorno circa 500 persone muoiono in Italia di cancro. E per quest’anno (2020) si stimano circa 4 milioni di italiani portatori di un vissuto cancro. È giunto ora il tempo di lottare con fermezza contro questa devastante malattia, sempre più destabilizzante per ogni famiglia”.

 “A 100 giorni dalla pandemia Covid 19 sono stati rinviati cure, controlli e screening oncologici che, comunque, comportano minore curabilità, minore guaribilità e maggiori tumori avanzati, con una più alta percentuale di mortalità, a causa anche del Coronavirus. Ora dobbiamo recuperare il tempo perso, evitando una pandemia di tumori. Per questo ritengo improcrastinabile il potenziamento della medicina territoriale, attraverso le ‘sentinelle’, gli intercettatori dei segnali di malattia, capaci cioè di individuare e scoprire i primi segni. Sono i nostri Medici di medicina generale, che inviano i pazienti allo specialista per poi averne cura quando devono seguire le terapie”, prosegue.

 “Di pari urgenza è la incisiva riattivazione dello screening (per i tumori del seno, del colon- retto e dell’utero), anche attraverso il coinvolgimento attivo e diretto dei presidi e strutture convenzionate-private (come accaduto per il Covid19). Ed infine, ma non per ultimo, la necessaria drastica riduzione dell’asfissiante burocrazia, che sempre più mortifica pazienti e operatori sanitari. Credo poi che la responsabilità della gestione sanitaria, affidata ai differenti 20 Sistemi Sanitari Regionali manifesti lacune incongruenze e debolezze avendo perso di vista la singolarità di ogni malato, con la sua dignità e la sua fragilità. Di qui la necessità che la Sanità (custode del bene supremo della persona: la salute) sia unica e omogenea per tutta l’Italia, riaffidata in tutte le sue articolazioni al Ministero della Salute”.

 “In campo oncologico il nostro Paese ha compiuto enormi passi avanti, tanto da determinare una maggiore guaribilita’ dal cancro. Ma nuove sfide ci attendono, soprattutto a livello genetico ed immunologico, per vincere il cancro. Sappiamo che entro il 2040 il numero dei nuovi casi di cancro salirà a livello mondiale a circa 25 milioni di persone. Ed il tasso di sopravvivenza a 5 anni per tutti i tumori diagnosticati, attualmente in Italia di circa il 65%, potrebbe (ed è questa la vera odierna sfida) raggiungere il 90% grazie alla innovativa pratica diagnostica. E’ un dovere morale dal quale non possiamo e dobbiamo esimerci”, conclude Schittulli.

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