I deputati Ars in ospedale a Gela, “carenze enormi”: “Anche reparti a rischio chiusura”

Da questa mattina all’ospedale Vittorio Emanuele sono presenti i parlamentari regionali della commissione sanità dell’Ars. Un’ispezione scaturita dalle tante segnalazioni di tagli ai servizi e di carenze ancora oggi fin troppo pesanti. La lista dei reparti in netta difficoltà è ancora molta lunga. Ci sono serie difficoltà su neurologia. Il laboratorio di fisiopatologia non è funzionale dopo l’avvio. La breast unit un problema da affrontare in maniera urgente, mentre a dicembre la commissione per la verifica degli standard dovrà rilasciare parere. Tutti i reparti sembrano in situazione critica, con malattie infettive che rischia addirittura una chiusura futura. Il deputato Giuseppe Arancio ha spiegato che persiste una carenza enorme di personale, sanitario e non. Si fa difficoltà anche a reperire medici specialisti e mancano gli anestesisti. Al Vittorio Emanuele possono essere eseguiti interventi chirurgici solo di lieve entità, mentre quelli complessi vengono trasferiti in altre strutture, anche fuori provincia. E’ stato spiegato che c’è anche il bisogno di prevedere una anatomia patologica. Allo stato attuale psichiatria non è ancora ripartita. Più in generale, la pianta organica è dimezzata per almeno il 50 per cento. Le diagnosi di patologie tumorali possono arrivare anche con due anni di ritardo. Come segnalato anche dalle associazioni, il centro trasfusionale non tratta più il sangue in città ma viene trasferito a Caltanissetta. Parlamentari, medici e manager Asp hanno inoltre segnalato la presenza di liste d’attesa molto lunghe mentre gli screening sono fermi per carenza di personale. Nel corso dell’incontro aperto alla stampa e agli operatori la deputata regionale Ketty Damante, che a sua volta ha denunciato le tante carenze, si è poi allontanata perchè è stato comunicato un suo contatto con un positivo al Covid. Ci sono stati momenti di forte confusione, vista la presenza del deputato, con l’assessore comunale Nadia Gnoffo che a sua volta si è allontanata per evitare rischi.

Il sindaco Lucio Greco ha parlato sostanzialmente di un presidio ospedaliero di frontiera, con poche risorse nonostante il numero di utenti sempre maggiore. L’avvocato ha invocato una attenzione maggiore di tutte le istituzioni e della regione, ricordando come il territorio sia a forte rischio industriale. Ha spiegato che l’iter per la terapia intensiva è in corso. Anche il manager Asp Alessandro Caltagirone ha ammesso che sussistono molte segnalazioni di criticità. “Ho chiesto all’assessore Ruggiero Razza di procedere alla pubblicazione del bando per privilegiare il personale destinato agli ospedali periferici”, ha detto. Non a caso le percentuali di patologie connesse all’industrializzazione continuano ad essere decisamente elevate. Tra le altre cose sono ai minimi anche i servizi destinati ai diversamente abili. Per gravi patologie come l’autismo e l’alzheimer mancano addirittura centri diurni. All’incontro di oggi hanno preso parte diversi deputati del territorio, c’erano il dem Giuseppe Arancio, i grillini Nuccio Di Paola e Ketty Damante e il forzista Michele Mancuso. Almeno per oggi, la politica ha preso contezza delle gravissime defezioni che si registrano in ospedale, ancora più consistenti con la conclusione della fase più acuta dell’emergenza Covid. E’ inevitabile che management Asp e regione siano sotto stretta osservazione, proprio per i servizi che non ci sono. Al momento dell’arrivo dei deputati della commissione Ars, il sindacalista Ignazio Giudice della segreteria regionale della Cgil, ha messo nelle mani dei deputati una richiesta finalizzata al rafforzamento di un reparto come neurologia, richiamando anche la sua recente esperienza personale. Un gesto che per il sindacalista deve avere un riscontro concreto per tutto il territorio.

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