Gli atleti della DLF Nissa Rugby alle prese con la vita ‘limitata’ dal coronavirus. Ilaria Cirneco, 16 anni: “Scopro il valore delle piccole cose che prima erano scontate

Se il Covid-19 ha “sconvolto” e rivoluzionato la vita degli adulti, sotto taluni aspetti ancor più devastante è stato il suo impatto sul mondo degli adolescenti: sono stati costretti a modificare completamente le loro abitudini. Privati di scuola, abbracci, socialità e sport, quotidianamente reinventano e “vivono” un’adolescenza che cambia l’approccio alla vita ed al futuro. Oggi è il turno di Ilaria Cirneco, 16 anni atleta della DLF Nissa Rugby, che racconta questo 2020 “capovolto”.

La voglia di sorridere alla vita, fortunatamente, non cambia mai. “Sono Ilaria Cirneco, ho 16 anni e frequento il terzo anno al Liceo Scientifico A. Volta di Caltanissetta, sono un’atleta della DLF Nissa Rugby da 7 anni, svolgo il servizio di scout e catechista all’oratorio San Luigi di San Cataldo e amo la musica e la natura. Sono entrata da bambina a far parte della Nissa Rugby, la società che mi ha accompagnato e ancora mi sostiene durante la mia crescita e formazione. Negli anni ho avuto l’occasione di rappresentare la Sicilia in diversi tornei nazionali e di partecipare alle mini olimpiadi del 2017 a Senigallia”.

Rivoluzione covid, impatto sulla tua vita? “Quest’anno non si è svolto alcun torneo, si è attivata la didattica a distanza a scuola e per molto tempo non sono potuta andare ad allenarmi al campo e vedere compagne di squadra e amici. Tutte le mie abitudini sono state stravolte, è stato ed ancora è un periodo molto difficile per tutta l’Italia, ognuno ha dovuto reinventarsi nel proprio settore. Ho dovuto modificare la mia routine, e se prima andavo a scuola, adesso basta spostarmi da una stanza all’altra e accendere il pc; inizialmente ho avuto delle difficoltà nell’imparare ad interagire anche attraverso uno schermo, è stato complesso abituarsi alla modalità online e mi è mancata molto la chiacchera coi professori a fine lezione. Anche il modo di relazionarci è cambiato radicalmente, vedere i miei compagni attraverso uno schermo ha fatto sì che non potessi vivere il gruppo classe a pieno, nessuno sguardo di intesa né di complicità. È grazie a questo però, se abbiamo reso più forti e veri i nostri legami”.

Da marzo, ad oggi, 8 mesi di repentini cambiamenti. “Adesso la situazione è un po’ diversa, ci troviamo in zona arancione e le norme di contenimento del virus si sono ammorbidite rispetto alla prima ondata. Di certo la mia vita sociale è mutata, incontro i miei familiari e le mie migliori amiche con distanza e mascherina. Esco di rado e non frequento più i miei posti del cuore”.

Come affronti la tua vita sociale in questo frangente? Utilità e tempo dedicati ai social? “Hanno avuto un ruolo fondamentale per me i social, in particolare Instagram e WhatsApp, all’inizio della pandemia soprattutto. La diffusione di messaggi positivi, sentirsi parte dello stesso dramma ha permesso la condivisione di diversi momenti di questo indimenticabile 2020. Attualmente trascorro parte della mia giornata sui social per tenermi in contatto quotidianamente con amici e parenti, per essere aggiornata sugli sviluppi pandemici globali e per informarmi sulle vicende che mi interessano”.

Cosa ti manca di più del rugby? La prima cosa che farai ritornando alla tua “normale” vita di atleta”? “Del rugby mi manca tutto, arrivare in campo e liberarmi da ogni pensiero e preoccupazione, entrare in club house e sentirmi a casa, mi manca avere l’adrenalina nelle vene, essere parte di un gruppo che lotta, vince e impara insieme, sentire di poter correre ancora per un metro anche quando proprio non ce la fai più e stai per mollare.  Mi mancano le mie compagne, i momenti di divertimento e anche quelli di totale concentrazione. Mi manca il mio allenatore Fabrizio, la sua delicatezza, professionalità, competenza e amicizia. Mi manca il campo, sentire l’odore dell’erba bagnata, fragranza inconfondibile. Mi manca lo stretching a fine allenamento, il momento di totale silenzio quando si spengono le luci. Mi manca la competizione, la partita, le mie avversarie. Mi manca imparare, migliorarmi, sfidarmi, sfidare e arrabbiarmi. Mi manca sentire l’accelerazione del mio cuore, che non batte per la fatica, ma per l’emozione. Mi manca tutto del rugby, ma so che appena sarà di nuovo possibile, rivivrò questi momenti che tanto ho a cuore. Di certo la prima cosa che farò una volta ritornata in campo, sarà rotolarmi nell’erba, riavere il contatto sul quel manto che ho calpestato in molte fasi della mia vita, sicuramente andrò a prendere l’ovale e comincerò a saltellare dalla gioia. Non vedo l’ora di allenarmi senza pensare alla fatica, di lottare per e con le mie compagne, di correre senza sosta e a crescere sempre di più”.

Che insegnamenti trai da questo particolare periodo della tua vita? “Questo particolare periodo della mia vita mi insegna di certo a stare con me stessa, a riflettere e a conoscermi. Mi insegna ad accettarmi così come sono e soprattutto a migliorarmi. Sto imparando la preziosità del silenzio, il valore delle piccole cose che prima erano scontate. Ho capito di essere molto fortunata, ho un tetto sulla testa, un computer e la connessione internet. Questo periodo mi regala il tempo, che prima non avevo; tempo per me stessa, per pensare, il tempo di leggere e di stare con la mia famiglia, di cucinare. Sto riscoprendo passioni che avevo accantonato, come la lettura ad esempio. Ho imparato a considerare questo periodo come parte integrante del mio percorso di vita, cercando di sfruttare al meglio ogni occasione che la vita mi offre e provando a vedere il lato positivo in tutto”.

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