Federmoda: Non è possibile che il comparto della moda e dell’abbigliamento non sia stato inserito dal decreto “Cura Italia”

“Non è possibile che il comparto della moda e dell’abbigliamento non sia stato inserito dal decreto “Cura Italia” tra quelli meritevoli di tutela, sebbene sappiamo che saranno varate ulteriori misure a sostegno dell’economia”.

Le associazioni provinciali della Sicilia di Federmoda Confcommercio ribadiscono l’urgenza di misure a supporto delle aziende del settore.

“Basta confrontare i fatturati dello scorso anno con quelli di quest’anno per rendersi conto che le perdite sono prossime al 100%. Considerato che i provvedimenti restrittivi saranno ulteriormente prorogati, possiamo dire che l’intera stagione primavera – estate è ormai compromessa. Le aziende del settore sono in ginocchio, sarà difficile ripartire e garantire i livelli occupazionali. Faremo appello al Governo regionale affinché ci aiuti a evitare il disastro di un settore nevralgico dell’economia regionale che con la sua professionalità rappresenta un fiore all’occhiello della nostra isola. Anche il made in Sicily della moda rischia di subire un colpo mortale”.

“Il Governo della regione non può non tenere conto della nostra situazione, considerato che il mondo del “retail” in Sicilia muove fatturati superiori al miliardo di euro ogni anno: tutta la merce nei nostri punti vendita e nei magazzini perderà gran parte del suo valore ed è fondamentale prevedere un risarcimento sulla base dimostrabile delle giacenze in azienda e della perdita del loro valore commerciale. I fatturati si sono azzerati ma finora nessuno ha pensato di azzerare le tasse regionali e locali che rappresentano una ulteriore beffa per chi non ha potuto nemmeno aprire i propri negozi”.

Federmoda si rivolge al presidente della Regione per chiedere immediati provvedimenti che possano servire a tamponare una situazione insostenibile.

Al tempo stesso Federmoda chiede la sospensione dei canoni di affitto ai locatori degli spazi dedicati a produzione e vendita e la rinegoziazione degli stessi quando il mercato sarà tornato alla normalità.

Confcommercio inoltre sta lavorando per garantire un adeguato “soccorso alle imprese” con sportelli dedicati a imprese e professionisti per l’utilizzo delle misure previste dal decreto “Cura Italia”.

Intanto Federmoda nazionale, tramite il sistema Confederale, ha già sottoposto al Governo alcune richieste urgenti: sospensione dei termini di scadenza dei vaglia cambiari, cambiali, titoli di credito o atti aventi forza esecutiva; moratoria dei termini per la rottamazione dei debiti iscritti a ruolo, degli avvisi bonari e anche tributi locali e tari; sospensione delle rate di mutui e finanziamenti con moratoria degli insoluti bancari in ABI – Banca d’Italia e sospensione della segnalazione in Centrale Rischi; differimento dei pagamenti dei canoni e agevolazione di locazione anche attraverso sgravi ai locatari (previsto credito d’imposta per conduttori del 60% con richiesta di allargare il periodo al 2020 e la platea anche per i contratti di affitto d’azienda); reintroduzione della cedolare secca sugli affitti di immobili commerciali; dimezzamento della soglia di accesso al tax free shopping; inclusione del settore Moda nell’elenco dell’art. 61 che riguarda le aziende in crisi. Si ritiene indispensabile anche uno slittamento di tutte le scadenze fiscali e contributive.

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