Crisi pesca. Corrao (M5S): Governo italiano porti la posizione dei nostri pescatori all’Agrifish Council

“Le marinerie siciliane già stritolate da regole europee inadeguate, oggi sono letteralmente sul lastrico a causa degli effetti economici della pandemia da Coronavirus. Dato che in questo caso il Parlamento Europeo non ha ruolo, la palla passa totalmente al Governo. E’ assolutamente necessaria una presa di posizione forte da parte del governo italiano in Europa a tutela delle nostre marinerie e dei nostri pescatori”. A dichiararlo è il deputato europeo del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao a che, cogliendo il grido d’allarme del comparto pesca, chiede al Governo Italiano l’impegno a rappresentare gli interessi delle piccole marinerie sul tavolo dell’Agrifish in programma a Bruxelles il 15 dicembre. “Da mesi – spiega Corrao – ci sono nostri pescatori trattenuti nelle carceri libiche e già questo accadimento la dice lunga sulle proibitive condizioni cui sono costretti i nostri lavoratori. A tal proposito so che la Farnesina sta lavorando per riportarli a casa, ma ovviamente in Sicilia c’è una situazione di gravissimo sconforto. Tornando al comparto, stiamo chiedendo risposte ufficiali alla Commissione Europea insieme alla collega Rosa D’Amato. Le possibilità di pesca vengono stabilite dal Consiglio sulla base di una proposta della Commissione, senza alcun intervento del Parlamento. Tocca quindi adesso agli stati membri che si riuniranno a dicembre per un incontro dell’AGRIFISH council decidere cosa succederà. Sul tavolo ci sarebbero ancora limitazioni sulla pesca nel Mediterraneo. Noi abbiamo chiesto alla Commissione come siano giunti a queste valutazioni e ci hanno confermato che la proposta si basa sul risultato di un incontro del comitato tecnico, scientifico ed economico per la pesca (CSTEP) tenutosi a settembre durante il quale sono state esaminate anche le conseguenze socio economiche di una riduzione dello sforzo di pesca. In sostanza per soddisfare la domanda di pesce come il gambero rosa, il tonno o il pesce spada, lo si dovrà importare da altri mari. Una situazione che ovviamente preoccupa le nostre marinerie. Secondo la Commissione però le conclusioni del documento non sono ancora disponibili, ma sappiamo che la percentuale proposta è stata scelta per consentire il raggiungimento dell’obiettivo del piano di gestione WESTMED (raggiungimento del rendimento massimo sostenibile entro il 2025) tenendo conto delle conseguenze sociali ed economiche sul settore. Morale – conclude Corrao – tocca al governo del nostro Paese far pesare in Europa le preoccupazioni e le esigenze del comparto, l’Italia faccia valere la voce dei nostri guardiani del mare”.

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