Con la “Carta di Catania” fruibile il patrimonio culturale siciliano custodito nei depositi

«Un atto politico-culturale certamente interessante, positivo. Un decreto nel segno della fruizione e valorizzazione dei beni culturali siciliani e che potrà offrire, finalmente, preziose opportunità ai giovani professionisti che saranno chiamati a lavorare da esterni a fianco dell’amministrazione regionale e dei privati, concorrendo a realizzare i progetti di concessione in uso dei beni richiesti» – afferma Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia.

 

Ci riferiamo ai molteplici beni culturali appartenenti della Regione Siciliana custoditi nei depositi regionali che, da ora in poi, potranno essere conosciuti e valorizzati attraverso l’esposizione in luoghi pubblici o privati. Questo, a seguito del decreto firmato dall’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana Alberto Samonà. Decreto denominato “Carta di Catania”, grazie al quale vengono autorizzate Soprintendenze, Parchi archeologici, Musei, Gallerie e Biblioteche a concedere, in uso per la valorizzazione e la pubblica fruizione, i manufatti relativi al rilevante patrimonio in giacenza nei depositi.

 

Il decreto va ascritto all’impegno della soprintendente dei Beni Culturali di Catania, Rosalba Panvini che, in linea con i contenuti del documento, ha già aperto i depositi della Regione per esporre nella Sala Pinacoteca del Museo Diocesano di Catania le importanti raccolte Urzì e Nicolosi. I beni a cui si fa riferimento nella “Carta di Catania” sono quelli acquisiti per confisca, quelli donati o consegnati spontaneamente, quelli di più vecchia acquisizione per i quali sia stata smarrita la documentazione e, in generale, quelli deprivati di ogni riferimento al loro contesto di appartenenza.

Gli Istituti periferici della Regione dovranno ora provvedere alla formazione degli elenchi di beni, suddivisi per lotti omogenei in relazione alle caratteristiche storico-culturali o tipologiche. Per tale attività si potrà anche fare ricorso a studenti universitari impegnati in discipline legate alla conservazione dei beni culturali, che opereranno in regime di tirocinio formativo. Con la “Carta di Catania” si ottiene, dunque, una deroga al decreto n. 1771 del 2013 che regolamenta l’uscita dal territorio della Regione Siciliana dei beni culturali facenti parte delle collezioni di musei, pinacoteche, gallerie, archivi e biblioteche.

 

La concessione in uso di beni culturali in giacenza nei depositi sarà subordinata al pagamento di un corrispettivo che potrà avvenire, oltre che in denaro, anche attraverso la fornitura di beni e/o servizi destinati al patrimonio oggetto della concessione, o in favore di altri beni in giacenza nel medesimo deposito di provenienza o, ancora, attraverso azioni che mirano a proteggere e valorizzare il patrimonio regionale quali, ad esempio, restauro, analisi archeometriche, catalogazione, pubblicazione e marketing. Altre modalità previste potranno essere la fornitura di beni, servizi, infrastrutture o migliorie in favore del deposito di provenienza dei beni, misure da concordarsi di volta in volta con l’Istituto concedente. Sarà quindi predisposto lo schema unico di bando pubblico che dovrà stabilire i criteri per la concessione in uso che potrà avere una durata compresa tra i due e i sette anni, prorogabile una sola volta. L’alta sorveglianza dei beni culturali affidati in uso viene demandata alle Soprintendenze dei Beni Culturali competenti per territorio.

 

(Consiglio Regionale di Italia Nostra Sicilia)

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