Commemorazione Tusa, Musumeci: “di lui ci resta l’insegnamento”

Sono stati celebrati stamane nella chiesa di San Domenico di Palermo i funerali dell’assessore regionale ai Beni Culturali Sebastiano Tusa, morto lo scorso 10 marzo in un incidente aereo in Etiopia. La salma, la cui camera ardente era stata allestita ieri pomeriggio nella Sala delle Colonne di Palazzo d’Orleans, è arrivata nella gremita chiesa di via Roma poco prima delle 10, accompagnata dai familiari dell’archeologo e dal presidente della Regione Nello Musumeci.
A testimoniare la vicinanza e la commozione del governo erano presenti anche gli assessori Toto Cordaro, Mimmo Turano, Edy Bandiera, Marco Falcone, Roberto Lagalla e Alberto Pierobon, oltre a numerosi dirigenti generali dell’amministrazione regionale.

«Oggi viviamo – ha detto il governatore siciliano, a conclusione della cerimonia -un contrastante sentimento di gioia e di tristezza. La gioia di avere finalmente una tomba su cui deporre un fiore per Sebastiano, la tristezza perché il ritorno della salma riapre una ferita che molto lentamente e faticosamente si stava rimarginando. Rimane il suo insegnamento, gli obiettivi che abbiamo concordato in un anno di governo. Sebastiano possedeva l’ironia dell’intelligenza, era saggio, aperto, ottimista, solare, rispettoso, garbato, di una profonda cultura. L’ho chiamato al governo in punta di piedi temendo un suo rifiuto, e invece mi ha detto ‘era quello che speravo tu facessi’».

In un passaggio dell’omelia, padre Sergio Catalano, priore di San Domenico, ha ricordato le grandi doti umane oltre che culturali di Tusa: «Sebastiano era un maestro – ha detto – un uomo che riusciva a trasformare le persone che incontrava. Un maestro per tanti che sono stati contagiati dalla sua passione. Il suo ricordo possa lasciare segni anche in questa terra dove c’è del male, ma poi ci sono persone incredibili proprio come lui».
Al termine della cerimonia, lo stesso priore domenicano ha spiegato di avere avviato le pratiche affinché le spoglie di Tusa possano essere deposte all’interno della stessa chiesa di San Domenico, il pantheon dei siciliani illustri.

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