Caltanissetta. “Prima di tutto la casa”: finanziate misure per contrastare il disagio abitativo

Il Comune di Caltanissetta ottiene un finanziamento di 150mila euro con l’approvazione del progetto Housing first a valere sull’Avviso 4 del Pon Inclusione. Il progetto era stato presentato dalla direzione Politiche sociali in partnership con altri Comuni capoluogo e la Regione Sicilia ed è finanziato con il fondo europeo di aiuto agli indigenti denominato FEAD. Le azioni da realizzare riguardano una serie di interventi per contrastare l’emergenza abitativa.

“Si aggiunge un altro tassello alla gestione efficiente delle politiche sociali che prevedono una presa in carico a 360 gradi dei beneficiari – afferma il sindaco, Giovanni Ruvolo -. Quest’ultimo progetto finanziato, consente d’intervenire in una città che vanta un numero di immobili spropositato rispetto agli abitanti, a fronte di un’emergenza abitativa crescente in alcune fasce della popolazione”.

Negli ultimi anni s’è registrato un aumento dei provvedimenti di sfratto emessi per morosità (nel 2015 l’aumento è stato del 56%, ndr.), nonché del fenomeno dell’abusivismo negli alloggi popolari. I richiedenti alloggi IACP in graduatoria sono oltre 500 e lo scorrimento è ancora modesto nonostante un netto miglioramento nella gestione delle assegnazioni. Il progetto si rivolge a 15/20 famiglie che saranno selezionate secondo alcuni criteri (presenza di minori, anziani e disabili) a rischio di perdita dell’alloggio, sotto sfratto, coabitazione temporanea con altri familiari, domicilio in alloggi impropri, a condizione che gli adulti del nucleo familiare s’impegnino a partecipare ad un percorso individualizzato per uscire dalla situazione di disagio e acquisire piena autonomia abitativa e sociale.

L’amministrazione individuerà un partner per la realizzazione del progetto. Saranno messe in campo misure di diversa natura: a bassa soglia con l’erogazione di beni e servizi di prima necessità; la presa in carico delle famiglie a rischio di perdita dell’abitazione, dotandole di alloggi; la formazione e l’orientamento per l’accesso ai servizi presenti sul territorio.

“Attraverso l’approccio housing first è possibile scardinare il meccanismo negativo che precarietà lavorativa e disoccupazione provocano nelle famiglie che non riescono ad ottemperare al pagamento dei mutui per la casa – spiega il dirigente Giuseppe Intilla -. I conseguenti sfratti, l’impossibilità di sistemare al meglio le abitazioni, la coabitazione forzata tra diversi nuclei familiari si ripercuotono in tutti gli aspetti della vita. Prevenire il disagio abitativo significa intervenire a monte”.

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