Allarme truffe telefoniche nel Nisseno: i criminali si spacciano per la Polizia Postale

Cresce l’allerta per una nuova ondata di truffe telefoniche che stanno colpendo cittadini della provincia nissena. In pochi giorni, la Sezione Polizia Postale di Caltanissetta ha ricevuto ben tre segnalazioni da parte di persone contattate da finti agenti delle forze dell’ordine, con chiamate che mostravano in apparenza il numero ufficiale della Polizia. Una trappola ben congegnata grazie alla tecnica del cosiddetto spoofing telefonico, che permette ai truffatori di falsificare il numero in uscita e farlo sembrare autentico.

Secondo quanto riferito dalle vittime, il copione seguito dai truffatori è subdolo e tecnologicamente avanzato. Il contatto inizia con una chiamata da parte di un sedicente operatore della Polizia Postale che, con tono allarmato, comunica la scoperta di un presunto “attacco informatico” ai danni del conto corrente della vittima. Segue l’invio di un SMS contenente un link “per mettere in sicurezza i risparmi”, che in realtà rimanda a un sito clone della banca o di Poste Italiane, creato per carpire credenziali di accesso e dati sensibili.

In altri casi, l’inganno parte da un messaggio SMS apparentemente inviato dalla propria banca o da Poste Italiane (con mittente “PosteInfo”), che avvisa di prelievi non autorizzati. Anche qui viene proposto un link, seguito da ulteriori telefonate di finti “operatori antifrode” che cercano di convincere la vittima a spostare i soldi su un conto “sicuro”, ovviamente intestato ai truffatori.

Il panico e la fretta giocano a favore dei criminali. Alcuni utenti, infatti, sono stati persino invitati a cercare online il numero da cui avevano ricevuto la chiamata, e trovandolo effettivamente associato alla Polizia Postale, si sono convinti della veridicità del contatto, finendo per eseguire le operazioni richieste.

La Polizia Postale invita i cittadini alla massima prudenza e raccomanda di seguire alcune semplici regole per evitare di cadere in trappola:

  • Non fidarsi mai di chi, spacciandosi per un appartenente alle forze dell’ordine, chiede di effettuare bonifici, fornire credenziali bancarie o fare spostamenti di denaro. La Polizia Postale non richiede mai operazioni di questo tipo.

  • In caso di chiamata sospetta, chiedere sempre il nome, il grado e l’ufficio di appartenenza del presunto agente e riattaccare. Verificare autonomamente il numero dell’ufficio e richiamare per avere conferma.

  • Diffidare anche dei presunti operatori bancari o postali che sollecitano trasferimenti di denaro o richiedono le credenziali: si tratta con ogni probabilità di truffe.

Chiunque riceva telefonate o messaggi sospetti è invitato a non cliccare su link, non fornire informazioni personali e a segnalare l’accaduto alla Polizia Postale. Solo una corretta informazione e una sana diffidenza possono arginare questo pericoloso fenomeno in continua evoluzione.