Aggredisce due pastori e ne picchia uno con un bastone: scatta il divieto di avvicinamento

ENNA – Nella giornata di ieri la Polizia di Stato, ed in particolare gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Enna, hanno dato seguito all’ordinanza di applicazione di misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone offese, emesso dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Enna, nei confronti di M.G., classe 1986, resosi responsabile dei delitti p. e p. di cui agli artt. 612 bis c.p. (atti persecutori) e 61 n. 2 c.p. (aggravanti), nonché per i delitti di cui agli artt. 582 c.p. (lesioni personali) e 585  c.p. (aggravanti) per aver perseguitato, con minacce e lesioni gravi, due pastori a Enna nei mesi di aprile e maggio 2019.

In particolare, due fratelli, pastori ennesi, accompagnavano un gregge di pecore in terreni a loro disposizione, ma percorrendo le strade limitrofe si imbattevano in M.G. e A.L. il primo avente proprietà in quella zona, i quali si rivolgevano agli allevatori con tono minaccioso, intimandogli di non passare più da quelle parti.

Nonostante il tentativo di spiegazione fornito dai due pastori, M.G. e A.L. si avvicinavano nuovamente con la macchina e tentavano di investirli. Poi, non essendovi riusciti, scendevano dall’auto e si muovevano verso di loro. A quel punto M.G., armato di un bastone, colpiva con forza uno dei due pastori, al corpo e al viso, urlandogli «sono venuto per ammazzarti!», procurandogli una grave frattura alla spalla, determinando una prognosi maggiore di 30 giorni.

I pastori, per la paura di nuove ritorsioni, si rivolgevano infine alla polizia per denunciare l’aggressione subìta e le minacce precedenti.

Venivano sviluppate pertanto le indagini da parte dei poliziotti, i quali, raccoglievano un grave e preciso quadro indiziario a carico dei due aggressori, trasmettendolo alla Autorità Giudiziaria, ovvero la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna.

La Procura della Repubblica di Enna ricevute le risultanze investigative, avanzava richiesta di misura cautelare al G.I.P. presso il Tribunale di Enna, il quale  emetteva ordinanza di misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone offese nei confronti di M.G., con lo specifico divieto di mantenersi ad una distanza inferiore di 300 metri dalle vittime.

I poliziotti della Squadra Mobile di Enna, allora, ricevuto il provvedimento per l’esecuzione, si mettevano subito alla ricerca del responsabile, rintracciandolo ed eseguendo il provvedimento coercitivo nei confronti dell’aggressore.

Insieme al destinatario dell’ordinanza cautelare, è stato indagato in stato di libertà per gli stessi fatti anche il secondo soggetto, A.L., classe 1983.

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