Abusivismo, legalità e diritto alla casa. Il colpo di spugna della Regione Siciliana

In Italia vi è la percezione diffusa di vivere in un clima di illegalità che riguarda un po’tutti gli ambiti di vita. Ma non facciamo nulla perché questo cambi e, cosa ancora più grave, non fa certamente nulla il legislatore regionale, anzi, con i suoi interventi alimenta questa percezione.

La legge dovrebbe costituire la base della convivenza civile, dovrebbe essere l’insieme delle indicazioni che regolano il corretto rapporto tra gli individui e tra gli individui e lo Stato stesso. Dovrebbe essere il riferimento costante per stabilire ciò che è legittimo e ciò che non lo è. Ma come possiamo, allora, definire l’improvviso colpo di spugna con cui, dall’oggi al domani, il Parlamento Regionale legalizza l’atteggiamento di chi ha agito contro legge?

La legge finanziaria regionale siciliana appena approvata dall’ARS legalizza l’abusivismo. Infatti, chi ha occupato una casa entro il Dicembre 2017, se ha i requisiti per accedere ad un alloggio popolare, pagando una sanatoria di 5 anni, (50€ al mese circa) diventa proprietario dell’alloggio, in barba a tutti i cittadini in graduatoria che aspettano da anni un alloggio popolare. Ciò significa soltanto una cosa: chi era in attesa dell’assegnazione di un alloggio popolare avrebbe fatto meglio ad occuparlo abusivamente, comportandosi contrariamente alla legge, per diventarne proprietario. Infatti: chi si è comportato legalmente ed ha aspettato la assegnazione regolare si trova ancora oggi senza casa, scavalcato da chi ha occupato, invece, una casa in modo illegittimo. Gli abusivi, in Sicilia, dati alla mano, sono ben 15.000! Ma allora: cosa è la legge, a cosa serve il diritto, se possiamo fare quello che vogliamo, senza temerne le conseguenze, tanto più che tali conseguenze sono miracolosamente spazzate via da un colpo di spugna “regionale”? Cosa ne è della certezza del diritto? eppure la certezza del diritto è uno dei principi chiave dello stato di diritto. Ma allora, come può il diritto contraddire se stesso? Sembra di vivere una novella pirandelliana.

E’ vero, esiste un diritto all’abitazione e diventa davvero difficile ripristinare la legalità, punendo chi ha occupato un alloggio che non gli spetta, quando si hanno dei figli che sono cresciuti in quell’abitazione, che hanno frequentato per anni la scuola di quel quartiere, la parrocchia dove hanno fatto la prima comunione e la cresima. Ma esiste un diritto a rispettare la legge? O rispettare la legge non è un diritto, ma è solo un dovere? Ognuno di noi ha il dovere di rispettare la legge ma ha il diritto che tutti gli altri la rispettino.

Una comunità non si amministra con colpi di spugna, con il “chi vivrà vedrà”; una Comunità si amministra con il buon senso, cercando di risolvere i problemi di tutti e nell’interesse di tutti. Prima di legalizzare l’abusivismo, bisogna essere certi che chi ha rispettato la legge, non occupando abusivamente un immobile, sia tutelato, riconoscendogli il diritto ad avere una casa. Questa tutela di chi ha rispettato la legge l’Assemblea regionale della Sicilia non l’ha salvaguardata: anzi, ha tutelato chi si è ritenuto più furbo degli altri ed ha preso quello che per diritto spettava ad un altro. Tutto ciò è intollerabile e merita che tutti noi ne siamo consapevoli e che manifestiamo il nostro sconcerto e malcontento.

Chiediamo con forza che venga ripristinata la legalità attraverso un piano di realizzazione di nuova edilizia popolare per soddisfare le legittime aspettative degli assegnatari in tempi veloci. A nostro avviso non si tratta solo di intervenire costruendo ex novo ma, ancora meglio, di acquistare dal libero mercato per non continuare ad estendere il territorio urbano e per superare la emergenza abitativa in tempi brevi.

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