2 giugno, il circolo Faletra critico con la Lega: “Usa questa data per dividere il Paese con manifestazioni di parte”

“Ecco la nostra Repubblica: non improvvisata, non balzata su in un giorno di torbida passione: la Repubblica voluta, meditata, paziente, ragionata. Non un impeto di generosa illusione romantica, ma una prolungata prova di coscienza civile e di riacquistata ragione”.

Con queste parole Piero Calamandrei celebrava il “Miracolo della Ragione” che per la prima volta nella storia aveva consentito di istaurare una Repubblica, mentre era ancora sul trono il re, senza sommossa e senza guerra civile.

Da quel lontano 2 giugno del 1946 emergono ancora suggestioni gravide di significato: l’emozione di un voto finalmente aperto a donne e uomini, l’entusiasmo di un Paese che usciva finalmente dagli orrori della guerra e del fascismo per consegnarsi all’avvincente stagione della ricostruzione, della Repubblica e della Costituzione. Una stagione avviata pazientemente, dapprima con l’antifascismo e la resistenza e poi con una scelta libera, compiuta senza un gesto scomposto, senza un’imprecazione.

Eppure, l’indiscutibile valore storico e morale di questa giornata è stato messo in discussione più volte, da ultimo con una retorica secessionistica ed anti-istituzionale maturata negli anni di egemonia leghista e berlusconiana. Se il senso di appartenenza ai valori repubblicani è forte ancora oggi, lo si deve in larga parte ai Presidenti Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella. Uomini che in momenti diversi hanno saputo tenere alta la bandiera delle istituzioni, richiamando tutte e tutti a quel “patriottismo repubblicano” che è sentimento ben diverso dalla retorica xenofoba e nazionalista fatta propria dalla destra negli ultimi anni.

Anche per questo dispiace constatare che la Lega utilizzi questa data per dividere il paese con manifestazioni di parte, anche a Caltanissetta. Se c’è una riflessione che tutte le forze politiche dovrebbero compiere in giornate come questa, è certamente legata alle sfide che il Paese è chiamato ad affrontare e vincere grazie alla forza e alla credibilità delle sue istituzioni.

Anche oggi l’Italia è chiamata a cambiare molto, a ricostruire i pilastri del vivere civile e ad immaginare il suo ruolo del mondo. Noi pensiamo che occorra affrontare il domani utilizzando come bussola i principi fondamentali della nostra Costituzione: lavoro e democrazia. Partendo da queste parole occorrerà impegnarsi per far sì che questa crisi non lasci indietro nessuno, soprattutto in un territorio come il nostro, che viveva una condizione di grave difficoltà ben prima dell’inizio della pandemia.

Occorrerà quindi lavorare ad un rapporto più equilibrato tra nord e sud del paese, riducendo i divari territoriali ed investendo in lavoro, istruzione, infrastrutture, immaginando un fisco che agevoli chi investe e lavora, soprattutto nel Mezzogiorno.

Il Governo sta iniziando a farlo e proseguirà su questa strada anche grazie alla battaglia politica che sta conducendo all’interno delle istituzioni europee, le stesse che la Lega di Salvini ha sempre attaccato. Insomma, a settantaquattro anni del due giugno del 1946, anche oggi dobbiamo immaginare un’Italia migliore, sentendoci responsabili gli uni degli altri. Tutti parte della stessa storia e dello stesso popolo.

Noi proveremo a farlo, con l’entusiasmo e la passione di sempre.

Tanti auguri a tutte e tutti.

Il Circolo Guido Faletra

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