PiùCittà: “Una città spremuta e usata

Dossieraggi e sistema di potere: queste le parole ricorrenti nel trattare il “caso-Montante”. Ieri, però, su Rai Tre, nel servizio di Report, è emersa in tutta la sua ricostruzione capillare una rete di imbrigliamento che non riguarda soltanto Caltanissetta. Come sempre, i fatti siciliani sono fatti italiani e come sempre ciò che per abitudine, inerzia, cultura attribuiamo ad un fatalismo avverso si rivela, al contrario, una pianificazione assolutamente umana. E stavolta non ha coppola e dialetto, ma posizioni di prestigio e lauree (vere o false). Quando, dunque, ci chiediamo perché la città sia agli ultimi posti di ogni graduatoria di qualità della vita non dobbiamo pensare ad un destino ineluttabile, ma a chi l’ha usata con mente perversa, spremuta, cannibalizzata per i propri interessi, con sfacciate narrazioni e promesse da passerella. “Zona franca”, sì: ma per avere libertà di usare e manomettere la città, le sue imprese già in difficoltà, il suo territorio già fragile, il suo profilo sociale già lacerato. La giustizia valuterà l’ipotesi dello scenario ampio e inquietante di questa “manomissione” che ci dà una ribalta di cui essere poco orgogliosi.

Caltanissetta è apparsa bellissima nelle riprese del servizio, bellissima e pur terremotata. Terremotata nell’economia, nell’amor proprio, nella dignità di coloro che hanno fatto sacrifici per far studiare i figli mentre chi doveva controllare il rispetto delle leggi e della costituzione (Art. 4 “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”) chiedeva e otteneva posti di lavoro per i propri di figli.

Ogni volta che ci siamo detti che la città stava morendo, ora sappiamo sino a che punto questa metafora corrispondesse al vero e come si trattasse di un omicidio programmato in altre e alte sedi.

Chi da questo sistema è stato orgogliosamente fuori pressa a ché vi sia un risveglio collettivo, uno scatto di dignità e di consapevolezza. La politica non deve più usare Caltanissetta, ma deve rigenerarla, riportando al centro del dibattito l’etica pubblica, le competenze, la libertà, il coraggio.

piùCittà vuole essere quel collante, quel patto di corresponsabilità tra Istituzioni e società civile nel delicatissimo e rischioso compito di rilanciare le sorti della nostra città, sempre più isolata dai circuiti virtuosi dello sviluppo.

Proprio con questi presupposti abbiamo voluto organizzare giorno 17 novembre presso l’Istituto Testasecca un primo momento di confronto: “Agenda del futuro” è un metodo, per pensarci non come cittadini inermi, ma come cittadini responsabili che progettano il bene comune, così tanto bistrattato. Perché le prossime elezioni non siano un campo di battaglia tra fazioni che si contendono un bottino, tra nuovi e vecchi padrini, tra equilibristi o integralisti, ma siano un momento di civiltà per far crescere (o forse nascere) rapporti di rispetto e fiducia reciproca, con l’unico obiettivo di migliorare le condizioni generali di una città calpestata insieme ai suoi abitanti.

 

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