Operazione “Far West” a Gela, 2 provvedimenti restrittivi

GELA – Nelle prime ore della mattinata odierna personale del Commissariato P.S. di Gela e del Reparto Territoriale dei Carabinieri di Gela   hanno dato esecuzione a nr.2 (due) provvedimenti restrittivi (custodia cautelare in carcere) emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Gela Dr. Lirio CONTI su richiesta del Sostituto Procuratore della repubblica Dr. Andrea SODANI, con il coordinamento del Procuratore Capo Dr. Fernando ASARO nei confronti di DI STEFANO Saverio, cl. 93 e TRUBIA Giuseppe, cl. 96, gelesi e pluripregiudicati, resisi responsabili di minacce, danneggiamento a mezzo dell’esplosione di colpi di arma da fuoco, porto di arma da fuoco con matricola abrasa e ricettazione.

L’attività di indagine scaturisce da una incisiva azione di contrasto alla commissione di danneggiamenti a mezzo colpi di arma da fuoco, azione criminosa “tipica” della realtà criminale gelese alla stregua degli incendi di autovetture, ai danni di attività commerciali ed abitazioni private che gli Uffici operanti, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Gela, hanno posto in essere grazie al costante monitoraggio della realtà criminale gelese, attenzionando in particolare gli odierni arrestati , risultati gli autori delle azioni criminose suindicate.

Nello specifico, in data 24/06 u.s. intorno alle ore 14.00 ignoti malviventi esplodevano, utilizzando un fucile a canne mozze, quattro colpi all’indirizzo del Bar Crispi, sito al n°127 della stessa via, terrorizzando la barista, unico soggetto presente all’interno del locale che, resasi conto di ciò che stava succedendo, si dava a precipitosa fuga da una uscita sul retro. Mentre i Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela si portavano immediatamente sul posto per il più a praticarsi, veniva segnalato un altro episodio con altri colpi di fucile sparati all’indirizzo della porta di ingresso di una abitazione ubicata in via Generale Cascino nonché di un motociclo parcato davanti la porta, di proprietà del padrone di casa, sul quale si recava immediatamente Personale del Commissariato di Gela e della Squadra Mobile di Caltanissetta. Dalle primissime notizie acquisite grazie allo scambio informativo avvenuto tra gli Uffici operanti, con il coordinamento della locale A.G. , si comprendeva come i due gravissimi episodi potessero essere collegati, visto il modus operandi adottato dai malviventi nonché dal legame familiare esistente tra il proprietario del Bar Crispi e il soggetto abitante in via Generale Cascino. Immediatamente venivano acquisite tutte le immagini delle telecamere che coprivano le zone interessate dagli eventi, individuando l’autovettura utilizzata per compiere i due atti intimidatori, peraltro risultata rubata  qualche giorno prima a Gela.

Avendo ottenuto conferma che ad agire fosse stato un unico commando, peraltro in possesso di un fucile a canne mozze, gli operanti analizzavano l’imponente materiale video sequestrato per riuscire ad individuare la via di fuga utilizzata, riscendo a ricostruire il percorso fatto dai pericolosi malviventi.

A seguito di tale certosina attività di ricostruzione, veniva individuata e posta l’attenzione nella zona di contrada Fiaccavento, laddove insiste l’ovile dell’indagato TRUBIA Giuseppe, pluripregiudicato gelese in atto detenuto. Pertanto su tale obiettivo venivano esperiti diversi servizi di osservazione che davano gli input sperati allorquando in data 30/06/2017, personale operante individuava due soggetti, DI STEFANO Saverio e TRUBIA Giuseppe mentre tentavano di appiccare il fuoco ad alcuni indumenti. Nell’occasione si constatava che questi indumenti erano fortemente somiglianti con quelli indossati dal soggetto che aveva sparato all’indirizzo del Bar CRISPI. Nel corso della perquisizione effettuata veniva sequestrato un fucile a canne mozze, calibro 12, numerose cartucce cal. 12 nonché 3 kg di hashish. Per quanto sopra il TRUBIA veniva tratto in arresto. A seguito della perquisizione all’interno dell’ovile venivano rinvenuti e sequestrati altri indumenti, anch’essi fortemente somiglianti a quelli utilizzati dal soggetto che aveva sparato all’indirizzo del Bar Crispi. Effettuati accurati esami e le opportune comparazioni, si riusciva  a rilevare la piena identità tra quanto in sequestro con l’abbigliamento utilizzato dal malvivente che esplose i 4 colpi con fucile a canne mozze contro il Bar Crispi. Grazie alla comparazione balistica effettuata dalla Polizia Scientifica di Palermo dei bossoli rinvenuti nei due sopralluoghi veniva “confermato” che provenivano dal fucile senza matricola cal. 12 sequestrato al TRUBIA Giuseppe. Inoltre ulteriore conferma che a compiere i due danneggiamenti fossero proprio il DI STEFANO Saverio ed il TRUBIA Giuseppe veniva acquisita dall’analisi e confronto delle immagini estrapolate da alcuni sistemi di videosorveglianza installati nei pressi dell’abitazione del DI STEFANO Saverio, utili per ricostruire gli spostamenti effettuati nei minuti antecedenti e susseguenti alla “spedizione armata”. Da ciò si evince come gli odierni arrestati si siano diverse volte cambiati al fine di provare ad eludere le indagini. Inoltre veniva attenzionato un altro ovile, limitrofo a quello del TRUBIA, risultato essere base operativa dei due malviventi durante la commissione dei danneggiamenti nonché un terreno nelle vicinanze ove avevano bruciato la Panda utilizzata per gli spostamenti durante le sparatorie. Il probabile movente degli atti  compiuti potrebbe ricondursi ad una ritorsione per il danneggiamento mediante incendio di una autovettura in uso al DI STEFANO Saverio, avvenuto nelle prime ore del 24/06 u,s,. Da ulteriori sviluppi della suindicata attività info-investigativa, appare possibile che la spedizione punitiva potrebbe anche inserirsi in una situazione di contrasto sorta nell’ambito del traffico di droga. In effetti, come emerge dalla misura cautelare, si tratta, invero, di intimidazione compiuta mediante l’esplosione di più colpi di arma da fuoco, in pieno giorno, all’indirizzo di un esercizio commerciale in orario di apertura e di una porta di ingresso di uno stabile destinato a civile abitazione.

La pericolosità sociale degli indagati è desumibile inoltre dalle particolari modalità di condotta.

In occasione dell’intimidazione compiuta ai danni del Bar CRISPI, l’esecutore materiale si poneva al centro della carreggiata  di una delle vie principali di Gela, senza pertanto avere piena visuale di soggetti eventualmente presenti all’interno del bar ( come, ad esempio, la dipendente, che non veniva attinta per puro caso) ed esplodeva verso il bancone dell’esercizio commerciale diversi colpi di fucile calibro 12.

Anche la modalità con le quali veniva eseguita l’intimidazione ai danni portone di ingresso di un pregiudicato, è indicativa della pericolosità sociale degli indagati, atteso che i colpi di arma da fuoco venivano esplosi senza curarsi di una famiglia che si trovava accidentalmente a transitare in quel punto.

Occorre poi evidenziare che il tipo di cartuccia utilizzato (a palla) comporta che, a seguito dell’esplosione del colpo, si determini un progressivo allargamento della traiettoria delle palle contenute nella cartuccia ( c.d. rosata), conseguendone il concreto rischio di attingere persone che si trovavano a pochi metri di distanza.

A ciò aggiungasi che le modalità esecutive, caratterizzate da una “accurata pianificazione”, sono indicative di una “non comune capacità criminale”.

Infatti “avere ricettato la fiat panda di colore nero ed essersene successivamente disfatti mediante incendio per eludere le indagini, avere ripetutamente cambiato indumenti ed avere tentato successivamente di distruggerli appiccandovi il fuoco, le accurate modalità di travisamento, il tentativo di eludere i sistemi di videosorveglianza cittadini percorrendo ove possibile strade secondarie, sono indici evidenti che l’azione è stata il frutto di un’accurata pianificazione. Dopo le formalità di rito, il DI STEFANO Saverio è stato tradotto presso la locale Casa Circondariale, a disposizione dell’A.G. procedente.

 

 

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