Operazione “Effetto Domino” dalla Polizia

L’articolata e complessa attività investigativa consentiva di accertare come una ramificata ed attiva rete di soggetti dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti (di tipo marijuana e cocaina), che operava nei comuni orientali dell’hinterland ennese e in quello di Catania.

Le investigazioni traevano origine dalla continua attività info – investigativa svolta dai poliziotti sul territorio, mirata a stroncare la triste piaga dello spaccio di sostanze stupefacenti.

L’attività tecnica – supportata dai servizi sul territorio, culminati con numerosi sequestri di sostanza stupefacente – condotta nell’ambito del procedimento in parola consentiva di registrare numerose conversazioni, dove, quelle telefoniche, nonostante la particolare cautela e l’utilizzo di un linguaggio allusivo e criptico, risultavano facilmente decifrabili e chiaramente volte a fissare appuntamenti e pianificare l’attività di spaccio; mentre, in quelle ambientali, gli interlocutori parlavano esplicitamente di “erba”, “stecche”, “droga” e della qualità e quantità dello stupefacente disponibile.

Gli esiti dell’attività tecnica, supportati dai classici servizi di osservazione e riscontro sul territorio, consentivano di costruire un chiaro quadro probatorio dell’attività delittuosa posta in essere dal DOMINA in concorso con gli altri indagati, riuscendo a dimostrare, altresì, che proprio il DOMINA Mariano, elemento di spicco su cui si basava l’attività del traffico dello stupefacente, non solo risultava ben inserito nel contesto della criminalità locale, ma denotava una spiccata capacità criminale, palesandola nel modo esperto e disinvolto con cui gestiva l’attività illecita.

DOMINA Mariano, acclarato conoscitore di diversi pregiudicati dediti al traffico di sostanza stupefacenti, mentre per approvvigionarsi si riferiva ai “fornitori –pusher” del capoluogo etneo RUSSO Mario, detto “Turazzo”, conseguentemente, per l’immissione dello stupefacente nel mercato locale dei Centri di Leonforte e Nissoria, si avvaleva della complicità dei vari “pusher”, alcuni dei quali coindagati.

RUSSO Mario[1] si dimostrava essere il principale punto di riferimento per DOMINA ed i suoi complici. Il prefato, infatti, pur mantenendo gli opportuni accorgimenti veniva identificato attraverso l’analisi di una serie concordante di elementi tra i quali i rapporti telefonici intrattenuti con i propri parenti.

Dalle intercettazioni ambientali tra il DOMINA e RUSSO Costantino, emergeva che RUSSO Mario da qualche mese si trovava in regime di arresti domiciliari, conosciuto come “Mario Turazzo”. I contatti telefonici per l’approvvigionamento dello stupefacente intercorrevano tra DOMINA ed il RUSSO Mario.

Anche RUSSO Costantino palesando una notevole propensione criminale, dimostravano non solo di sapersi “muovere” in modo disinvolto nell’ambiente malavitoso di Catania, ma soprattutto di conoscere direttamente i pregiudicati dediti allo spaccio di droghe tra i quali, per l’appunto, RUSSO Mario, dal quale si riforniva di stupefacente, contattandolo direttamente e/o su disposizione del DOMINA.

Il mercato locale per lo spaccio al minuto dello stupefacente veniva poi gestito da RUSSO Costantino.

Diversamente, gli elementi probatori acquisiti a carico del RUSSO Costantino, lo vedono come stabilmente dedito ai traffici illeciti del DOMINA, del quale ne seguiva, però, le direttive ed emergeva, inoltre, che RUSSO operava unitamente ad un giovane, non facendosi scrupoli malgrado la minore età di quest’ultimo.

Con la sua attività di proselitismo dettata dal facile guadagno, Mariano DOMINA era riuscito a creare una rete imperniata sulle capacità di alcuni “pusher”, come RUSSO Costantino, i quali cedevano lo stupefacente, nel territorio dei Comuni di Nissoria e Leonforte, agli assuntori della zona che in taluni casi in realtà erano anch’essi spacciatori, ovviamente di cabotaggio inferiore.

[1] ritenuto dall’A.G. di Catania e dagli investigatori etnei elemento di spicco del “clan” malavitoso dei cursoti milanesi, nonché referente per lo spaccio della droga per il quartiere Librino (Operazione “Fort Apache”)

 

Quale riscontro oggettivo all’illecita attività di spaccio, prevalentemente documentati dall’attività tecnica, oltre quella al minuto operata in favore di diversi “clienti”, si indica il rilevante episodio:

  • dell’08/08/2016, allorquando, dopo contatti telefonici prodromici con il referente catanese, DOMINA Mariano si approvvigionava di una quantità di circa 510 grammi di sostanza stupefacente, il quale, successivamente giunto ad Agira, veniva controllato ed arrestato in flagranza del reato di detenzione di stupefacente ai fini di spaccio dai poliziotti della Squadra Mobile di Enna e del Commissariato di P.S. di Leonforte.

Gli arrestati, catturati dalla Squadra Mobile di Enna e del Commissariato di P.S. di Leonforte, con la collaborazione delle Squadre Mobili di Torino, Catania e Reggio Calabria, dopo gli adempimenti di rito, venivano collocati, rispettivamente, agli arresti domiciliari e presso diverse Casa Circondariale della Sicilia e della Calabria, come disposto dall’A.G. procedente, la Procura della Repubblica di Enna, che ha coordinato brillantemente le indagini, nella persona del Dottor Francesco Augusto Rio.

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