Le Trachinie messe in scena dal R. Settimo

CALTANISSETTA – Venerdì 5 maggio alle ore 20:30 presso il Teatro Rosso di San Secondo il Liceo Classico, Linguistico e Coreutico “R. Settimo” metterà in scena ”Le Trachinie” di Sofocle, con la regia di Gigi Borruso.

La tragedia racconta di Deianira, moglie di Eracle, che a Trachis attende il ritorno dello sposo. L’eroe sta per arrivare preceduto da un gruppo di prigioniere, fra le quali vi è Iole. Deianira apprende che l’eroe ha combattuto per conquistare Ecalia solo per amore della fanciulla. Nel disperato tentativo di riconquistare il marito, Deianira ricorre a quello che crede essere un filtro d’amore, e manda a Eracle un abito intriso del sangue del centauro Nesso, ma il sangue è contaminato dal terribile veleno dell’Idra. A questo punto sopraggiunge il figlio Illo e racconta che il padre, appena indossata la veste, è stato colpito da dolori tremendi e ora viene trasportato moribondo a Trachis. Deianira, a questo punto, rientra nel palazzo e si uccide. Viene portato in scena Eracle, sconvolto dagli spasimi: l’eroe, consapevole che il suo destino si compie, dà le ultime disposizioni al figlio, che dovrà sposare Iole.

La tragedia è di grande modernità, in quanto tutta centrata sulle relazioni familiari: da una parte, infatti, vi è il padre, Eracle, che vuole il figlio Illo forte e sicuro di sé, dall’altra la madre che rappresenta la dimensione dell’accoglienza, (accoglie le prigioniere e accetta il marito, pur soffrendo per il tradimento). Deianira, pur ferita e consapevole di non essere mai stata padrona delle proprie scelte, accetta le fragilità altrui e le accoglie senza ribellarsi.

Soltanto nell’oscurità dell’inconscio si compirà la vendetta, attraverso una veste, l’illusione di un filtro di amore.

La recitazione mette in luce il pathos in chiave moderna e contemporanea, proiettando nella dimensione del sogno la riflessione e le azioni dei personaggi, senza voler attualizzare, ma al tempo stesso richiamando le paure e le sofferenze del passato per accostarle alle nostre fragilità.

I nostri studenti, accompagnati passo passo dal regista Gigi Borruso in questa straordinaria esperienza di laboratorio, si sono così messi alla prova, hanno sperimentato la forza e la fragilità, la differenza fra l’universo maschile e quello femminile, attingendo al passato in un momento profondo di crescita e di riflessione.

La serata, che si aprirà con il saluto della dirigente Irene Cinzia Maria Collerone, continuerà con la premiazione degli studenti della scuola che hanno partecipato al concorso “Sicilia, cornice di senso”, alla presenza del sindaco Giovanni Ruvolo.

A questo punto si avvierà il dramma, accompagnato dalla danza degli studenti del Liceo Coreutico, guidati dal prof. A. Giambirtone, dramma realizzato grazie al lavoro all’interno del laboratorio di recitazione, seguito dalle prof.sse M. Montoro e M. Romano, del laboratorio di scenografia e costume, guidato dalle prof.sse M. Guarneri, M.G. Gionfriddo e A. Speziale, e di grafica coordinato dalla prof.ssa N. Rizzo.

Si invita chiunque ami la tragedia classica a partecipare, nella consapevolezza che il lavoro compiuto sarà certamente apprezzato per la freschezza e l’entusiasmo che i nostri giovani attori, costumisti, scenografi, grafici hanno profuso in ogni momento del cammino.

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