Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta. Maxi sequestro da 11 milioni di euro

Nelle giornate di martedì 18.07.2017 e mercoledì 19.07.2017, a Piazza Armerina, Aidone
e Assoro (EN), a conclusione di articolate attività investigative patrimoniali, coordinate
dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta – svolte congiuntamente dai
Finanzieri del GICO del Nucleo di Polizia Tributaria di Caltanissetta e dai Carabinieri del
Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Enna, coadiuvati nelle fasi esecutive dai
colleghi della Compagnia Carabinieri di Piazza Armerina – è stata data esecuzione al
decreto di sequestro ai fini di confisca di attività economiche, beni mobili e immobili,
assicurazioni e conti correnti postali e bancari, emesso dal Tribunale di Enna, a carico di:
1. Stanzù Gabriele Giacomo, nato a Capizzi, il 05.07.1960, detenuto;
e dei terzi congiunti:
2. Buttaccio Tardio Elisabetta, nata a Nicosia, il 20.05.1987;
3. Stanzù Domenica, nata a Capizzi, l’01.09.1965;
4. Stanzù Benedetta, nata a Capizzi, l’11.05.1963;
5. Stanzù Nicola Antonino, nato a Capizzi, il 12.07.1977;
6. Conti Mammamica Carlotta, nata a Enna, il 21.12.1976.
Il provvedimento a carico del proposto Stanzù Gabriele Giacomo – già tratto in arresto, in
data 30.11.2011, in virtù di ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di
Caltanissetta nell’ambito di procedimento penale per il delitto di omicidio aggravato dal
metodo mafioso e quindi condannato in via definitiva alla pena della reclusione di anni 14
previa esclusione dell’aggravante di cui all’art. 7 D.Lgv 152/1991 – e dei terzi congiunti
elencati, ha interessato il sequestro di 349 ettari di terreno, 8 fabbricati, 10 autovetture e
diversi conti correnti postali e bancari, per un valore equivalente superiore a 11 milioni
di euro.
Nell’ambito dell’attività investigativa assumevano particolare rilievo le dichiarazioni di
alcuni collaboratori di giustizia, acquisite tra il giugno 2011 e il maggio 2012, dalle quali
emergono qualificati contatti tra lo Stanzù e l’organizzazione mafiosa denominata cosa
nostra ed in particolare con la famiglia di Enna, oltre che con soggetti della malavita
gelese ed in particolare EMMANUELLO Daniele (deceduto in un conflitto a fuoco in
occasione della sua cattura nel 2007), almeno a far data dal 1998; tali acquisizioni hanno
dimostrato la sussistenza di idonei elementi indiziari strumentali ad un giudizio di
pericolosità sociale qualificata ascrivibile allo Stanzù, quale appartenente ad associazione
mafiosa di cui all’art. 4 del c.d. Codice Antimafia.
Il Tribunale di Enna – Misure di prevenzione, riunito in camera di consiglio, pienamente
concordando con l’impianto accusatorio della Direzione Distrettuale Antimafia di
Caltanissetta, determinava l’odierno provvedimento di apprensione materiale dei beni
sequestrati e la successiva immissione degli stessi in regime di amministrazione da parte
dello Stato.

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