Cara classe politica nissena, datemi il Palacarelli e vi garantisco 4 megaconcerti all’anno

CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Un progetto avviato nel 2010, quando a seguito di ” lungimirante apertura politica”, avevo raggiunto un accordo verbale con l’amministrazione provinciale dell’epoca, da trasformare in protocollo di intesa, che prevedeva un noleggio dell’impianto di via rochester per 6.000 euro annui  a garanzia della realizzazione di almeno quattro concerti ed eventi di caratura nazionale.

 Nessun contributo economico richiesto, solo servizi e modifiche temporanee per avere maggiore capienza: l’uso di una tribuna sotto canestro su cui collocare il palco al fine di avere più spazio nel parterre ,  recuperando 600 posti in più, e 1000 sedie da porre sul campo per eventi ove richiesti, totale costi per l’amministrazione? Nulla, solo servizi.

E così dal 2011 al 2012 arrivarono i Pooh, Massimo Ranieri ed Antonello Venditti al Palacarelli. Si riavviava un percorso per riportare Caltanissetta centro di eventi rinomato e conosciuto e sicuramente ri..cercato! come avvenne negli anni 90 dopo aver realizzato Pino Daniele/Matheney, Renzo Arbore ed altri ancora.

Risultato? i 6.000 euro annui. si trasformarono in 5.000 euro… a concerto, somme stimate dagli uffici tecnici competenti in barba ad ogni “accordo” politico  e con la vigilanza “imposta” del personale della provincia  di ben 40 persone con libero accesso nell’impianto per….controlli.

Beh traete voi le conclusioni.

Anche i miei colleghi siciliani e d’oltre stretto considerarono la cifra di 5.000 euro eccessiva in rapporto al costo/capienza ,se si considera che il noleggio del palasport di Acireale è di 7.000 euro con 8.000 posti disponibili contro i 3.000 disponibili del Palacarelli.

Ho una cordata di imprenditori pronti a scommettere ed investire su un progetto simile.

Il passato è passato, pensiamo a domani.  E mi rivolgo alla classe politica di oggi…ne parliamo?

Ritengo assurdo disporre di impianti assolutamente idonei per grandi concerti ed non poterli sfruttare e non solo per il piacere di avere in città grossi calibri del mondo musicale, ma per l’indotto di natura turistico/lavorativa su cui la cecità regna.

Se me lo permettete mi piacerebbe sedermi attorno ad una tavolo con quanti credono in questo percorso e finalmente parlare di futuro, apertura, lungimiranza e soprattutto di un progetto, che viste ovviamente le tutele da ambo le parti, possa  rilanciare il nostro territorio senza aspettare agende urbane e fondi europei..

In attesa vi auguro una buona vita

                                                                                              Tony Maganuco

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