Appello ai cittadini di Caltanissetta per partecipare all’iniziativa del Governo Nazionale. Segnaliamo un luogo pubblico da recuperare

Per recuperare i luoghi culturali dimenticati il Governo mette a disposizione 150 milioni di euro. Fino al 31 maggio tutti i cittadini potranno segnalare all’indirizzo di posta elettronica bellezza@governo.it un luogo pubblico da recuperare, ristrutturare o reinventare per il bene della collettività o un progetto culturale da finanziare.

Una commissione ad hoc stabilirà a quali progetti assegnare le risorse. Il relativo decreto di stanziamento sarà emanato il 10 agosto 2016.

All’auspicio della Rete Museale Culturale e Ambientale del centro Sicilia si può unire tutta la città di Caltanissetta, e quindi chi desidera aderire a questo appello, può inviare una mail a: bellezza@governo.it

Scrivendo nell’oggetto: “Caltanissetta per bellezza@governo.it”e nel testo della mail:

“Vorrei che i luoghi pubblici della città di Caltanissetta sotto elencati, siano recuperati, ristrutturati o reinventati per il bene della collettività e per una migliore fruizione turistico-culturale”:

  • il complesso monumentale degli Angeli
  • Palazzo Moncada e casa Tripisciano
  • Ecomuseo dello Zolfo

Chiostro Convento Santa maria degli AngeliIl complesso monumentale degli Angeli comprende i ruderi del Castello di Pietrarossa, risalenti al XII-XIII secolo, posti in prossimità della chiesa e del convento di Santa Maria degli Angeli, oggi solo parzialmente restaurati, e il Cimitero monumentale con alcune tombe gentilizie di pregevole valore architettonico, oggi proprietà del Comune, contenenti opere del valente scultore Michele Trispisciano. Si chiede pertanto il completamento del restauro del Convento dei Frati Minori Osservanti, il recupero e la messa in sicurezza dei ruderi del castello, il restauro della cappella gentilizia Testasecca da adibire a Mausoleo dei cittadini illustri. Il complesso monumentale rappresenta il nucleo più antico della città: dal castello deriva il nome stesso di Caltanissetta che in lingua araba significa “castello delle donne”, mentre la chiesa di Santa Maria degli Angeli fu la chiesa madre della città dal XIII al XVI secolo. Il complesso monumentale inoltre insiste in uno dei quartieri più degradati della città ma allo stesso tempo più ricco di storia e di emergenze artistico-architettoniche: l’impianto urbanistico dell’antico nucleo arabo, la chiesa e il convento di San Domenico, l’ex Gasometro ottocentesco, il cimitero monumentale con le cappelle gentilizie otto-novecentesche. Recuperare questi luoghi e restituirli alla cittadinanza, congiuntamente a un adeguato progetto di valorizzazione (parte dei locali del Convento dei Frati Minori Riformati sono stati assegnati alla Società Nissena di Storia Patria che vi allestirà la “Biblioteca delle Biblioteche”, un importante patrimonio librario frutto di donazioni private), può costituire uno scatto d’orgoglio per una città, e un suo quartiere in particolare, troppo spesso ai margini degli interessi politici locali e nazionali.

Palazzo Moncada foto di Lillo MiccichéPalazzo Moncada, edificato nella seconda metà del XVII secolo per volontà di Luigi Guglielmo Moncada, rappresenta al meglio la potenza della famiglia spagnola non solo a Caltanissetta, dove governò dal 1407 al 1812, ma anche in tutta la Sicilia. Rimasto incompleto per via del trasferimento in Spagna di Luigi Guglielmo Moncada, in seguito a una congiura contro il sovrano, il palazzo sarebbe stato l’edificio civile più imponente nel panorama del Barocco siciliano, con un’estensione che avrebbe inglobato gli attuali edifici della ex Banca d’Italia e del Banco di Sicilia, arrivando dunque ad affacciarsi sul centrale corso Umberto I.

L’edificio monumentale, che nel corso dei secoli è stato la sede di diversi uffici pubblici (nel XX secolo fu costruito un cinema, ancora esistente, nello spazio della corte centrale rimasta incompleta!), attualmente ospita la Galleria Civica d’Arte, dove sono esposte le sculture degli artisti nisseni del XIX e del XX secolo, alcune sale destinate alle esposizioni temporanee e l’Ufficio comunale tributi. Con il finanziamento del Governo nazionale si chiede il completamento del restauro del palazzo, la sistemazione delle aree limitrofe (largo Barile, l’ex rifugio antiaereo, il palazzo dell’ex Banca d’Italia) e l’allestimento delle sale del palazzo secondo gli standard museali previsti dal Mibact e dalla Regione Siciliana per creare una Galleria Civica d’Arte che, oltre a quella dedicata alla scultura nissena, possa accogliere altre sezioni: Moncada e storia del Palazzo, Civiltà mineraria ed etnoantropologica, ”Piccola Atene” e storia letteraria della città, Arte Contemporanea. In questo modo, congiuntamente a un condiviso piano di gestione e valorizzazione, Palazzo Moncada tornerebbe a essere il cuore pulsante della città contemporanea. Adiacente al Palazzo Moncada esiste la casa-laboratorio di Michele Trispisciano, proprietà comunale, il cui restauro potrebbe dotare lo stesso Palazzo Moncada di uno spazio laboratoriale legato all’attività scultorea e alla manipolazione del gesso.

Miniera TrabonellaL’Ecomuseo dello Zolfo. L’identità di Caltanissetta è stata fortemente caratterizzata tra XIX e XX secolo dall’economia legata all’estrazione dello zolfo. Se però da un punto di vista architettonico urbano le testimonianze di questo “boom economico” sono evidenti nella trasformazione dell’aspetto cittadino da rinascimentale a otto-novecentesco (palazzi nobiliari, chiese, ville, cappelle gentilizie), dall’altro nella seconda metà del Novecento è iniziato un veloce processo di depauperamento delle testimonianze industriali legate all’estrazione dello zolfo. Ecco perché potrebbe risultare interessante creare, con le poche testimonianze superstiti, ma non solo, un Ecomuseo dello Zolfo.
L’Ecomuseo dello Zolfo potrebbe comprendere diversi luoghi della città: il Museo Mineralogico, Paleontologico e delle Zolfare “S. Mottura”, l’ex rifugio antiaereo di via Vespri Siciliani, le Cappellette votive, il Cimitero dei Carusi, la Miniera Trabonella nella Riserva Naturale Orientata del Monte Capodarso e Valle dell’Imera meridionale. Nella cornice generale della creazione di un Ecomuseo dello Zolfo la Rete Museale Culturale e Ambientale del centro Sicilia chiede: il completamento del Museo Mineralogico, Paleontologico e delle Zolfare “S. Mottura”; l’allestimento di una sala multimediale immersiva, capace di ricreare una discenderia e una galleria di miniera, nei locali comunali dell’ex rifugio antiaereo di via Vespri Siciliani; il recupero degli edifici e dei macchinari della Miniera Trabonella.

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